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Arsenal, Torreira: “Qui grazie a Emery. La sua chiamata mi ha sorpreso”

Probabilmente un inizio di stagione così non se lo aspettava nemmeno lui, o almeno lo sognava e sperava potesse essere così perfetto. All’Arsenal Lucas Torreira, in pochi mesi, ha già conquistato tutti: tifosi, compagni, società e soprattutto Unai Emery. L’allenatore che lo ha voluto e che lo ha convinto a trasferirsi in Inghilterra, non rinuncia mai all’uruguayano che ormai è diventato un ingranaggio chiave della macchina Arsenal. Una presenza fissa e costante con un rendimento altissimo.

A soli 22 anni ha in mano le chiavi del centrocampo dei Gunners ed è praticamente sempre titolare: 21 partite giocate tra campionato e coppe, 2 gol e 2 assist in Premier League e l’amore dei tifosi conquistato oltre che la fiducia di Unai Emery. Alla Tv ufficiale dell’Arsenal ha parlato di questi primi mesi in Inghilterra e soprattutto ha svelato un retroscena sul suo passaggio in Premier League. Una scelta frutto di una telefonato molto convincente di Emery:

“Al termine della scorsa stagione alla Sampdoria c’erano molte offerte per me, si parlava di molti club. Molte squadre mi avevano cercato ma credevo che sarei rimasto in Italia perché le proposte arrivavano maggiormente dalla Serie A e non avrei mai immaginato di trasferirmi in Inghilterra. Prima di partire per la Coppa del Mondo in Russia, poi, ho ricevuto una chiamata da Emery che è stata una grande sorpresa per me. Sapevo di essermelo guadagnato per tutto quello che avevo dimostrato nell’ultima stagione e per il mio duro lavoro, ma è stato comunque sorprendente. Quella telefonata mi ha reso un uomo felice”.

Data l’età e la provenienza da un campionato totalmente diverso dalla Premier League come la Serie A nessuno avrebbe scommesso che ci sarebbe voluto così poco tempo all’ex Samp per ambientarsi e trovare la titolarità nel centrocampo dei Gunners. Il vero problema però è stata la lingua inglese, sulla quale sta lavorando per impararla il prima possibile:

Non è stato facile imparare la lingua e riuscire a comunicare bene con tutti, ma sono stato abbastanza fortunato anche in questo aspetto: l’allenatore è spagnolo così come lo staff tecnico, quindi questo mi rende le cose più facili perché mi spiegano le cose in spagnolo. L’adattamento al nuovo campionato? Non è stato facile adattarsi al calcio qui: l’intensità, il tempo e la qualità dei gioco e molto diversa alla Serie A. Poi ora gioco anche di più. In Italia ero impegnato solo in due competizioni, Coppa Italia e Serie A, qui gioco quattro competizioni“.

Redazione

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