Categories: Interviste e Storie

Ramsey studia da “juventino”. E alle italiane fa sempre male

A Londra lo stanno elogiando da mesi. Perché lì funziona così, applaudono anche quei giocatori con la valigia in mano. Sia chiaro, Aaron Ramsey ci sta mettendo del suo. A febbraio ha firmato un nuovo contratto. No, nessun rinnovo con l'Arsenal. In estate diventerà un giocatore della Juventus: "Si apre un nuovo capitolo" Per dirla a modo suo. Ma quello vecchio lo vuole chiudere nel migliore dei modi e ci sta riuscendo. Eccome se ci sta riuscendo. 

Con il Napoli ha giocato la partita numero 38 della sua stagione, firmando il sesto gol. Da quando è arrivata l'ufficialità del suo passaggio in bianconero, il talento gallese ne ha fatti quattro. Punite, nell'ordine, Tottenham, Newcastle, Rennes e, infine, il Napoli appunto. Risultati? Cori e applausi, perché la professionalità va sempre lodata. No, nessun fischio polemico per aver deciso di non rinnovare il proprio contratto con i Gunners. Ramsey il piede non lo tira mai indietro, il pubblico lo vede e ringrazia. 

Un rinforzo a parametro zero, l'ennesimo capolavoro di questo tipo firmato Juventus. Cinque anni di contratto. Cinque anni – almeno sperano da quelle parti – di gol e vittorie. Beh, i numeri contro le italiane, intanto, sono già ottimi: con quello segnato al Napoli, il gallese ha partecipato ad almeno un gol in ognuna delle tre partite giocate in Europa League contro squadre del nostro campionato. Una rete e un assist l'anno scorso contro il Milan, un gol questa sera contro gli azzurri, ai quali – nel 2013 – aveva già fatto male fornendo ad Ozil l'assist per l'1-0.

E non tradisce mai nemmeno quando, dall'altra parte, c'è un allenatore italiano. Nella serata dell'Emirates è toccato ad Ancelotti, ma Ramsey aveva già fatto male a Conte nella finale di FA Cup del 2017 e a Ranieri nell'ultimo match di Premier contro il Fulham. 

Potevano essere due contro il Napoli, perché in fin dei conti c'è sempre da migliorare. Ma a dieci minuti dalla fine ci sta di essere stanchi e di sparare alto un rigore in movimento. Questione di centimetri, questione di pochi mesi. Quelli che mancano all'inzio della prossima stagione, quando il duello con la squadra di Ancelotti si riproporrà in toni decisamente diversi. Per il momento, però, c'è una Premier da portare fino al termine. Un'Arsenal da condurre fino alla prossima Champions League. Cercando di battere Sarri, un "altro Napoli" in terra inglese. Poi sarà Juventus. E se il buongiorno si vede dal mattino…

Simone Golia

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