Una società con un nome inglese, ma che gioca a 4090 metri sul livello del mare, in un distretto di 943.558 abitanti sopra La Paz. Da qualche giorno, l’Always Ready si trova a Milano per replicare la tourneé europea che aveva reso celebre questa società nel 1961: unico club boliviano ad aver giocato in Europa, fino allo scorso anno quando il Bolivar ha affrontato i portoghesi del Boavista. E nella delegazione del club albirrojo c’è anche un italiano. “Sono il direttore sportivo dell’area internazionale. Conoscevo il presidente già da due anni perché avevo lavorato in Bolivia nello Sport Boys e nel Real Potosì. L’idea di fare questa tourneé in Europa è stata sua: mi ha chiesto di aiutarlo ad organizzarla con i miei contatti. Siamo stati a Cipro per giocare alcune amichevoli contro squadre di prima divisione lettone e israeliana come il Riga e l’Apoel Tel-Aviv, poi ora trascorreremo qualche giorno in Italia”, così Gianluca Arnuzzo a Gianlucadimarzio.com.
Il 32enne di Ragusa lavora in Sudamerica dal 2018. “Mi era arrivata una proposta interessante dall’Uruguay, dal Rampla Juniors che giocava la Copa Sudamericana. Ho riscontrato che il mercato sudamericano è molto diverso: i giocatori hanno 200 procuratori diversi, non si riesce ad avere un rapporto diretto tra società e ci sono sempre persone che cercano di mettersi in mezzo nelle trattative. Questa esperienza mi serve per farmi contatti diretti con i procuratori e con i club: la mia idea è rientrare in Europa, magari non in Italia, dove a causa dei regolamenti sugli extracomunitari sarebbe complicato sfruttare il mio bagaglio di conoscenze, ma ci sarebbero altri Paesi dove le limitazioni sarebbero minori”. Da 12 anni lavora come ds, ma prima Arnuzzo aveva iniziato da procuratore. “Dal 2009 al 2011 ho lavorato come agente, poi nel 2012 ho avuto una brutta esperienza: dopo 6 mesi in Croazia diciamo che non ho avuto fortuna e ho deciso di diventare ds. Ho lavorato in Serie C all’Akragas e in Romania al Brasov”. Una figura, quella del direttore sportivo, che in Sudamerica chiamano manager e che non è molto diffusa. “Di recente la Conmebol ha avviato dei corsi per la direzione sportiva proprio per implementare questo ruolo che non è obbligatorio ed è presente solo nelle società più strutturate”.
Dagli uruguaiani del Rampla Juniors agli ecuadoriani del Santa Rita, fino alla Real Sociedad in Honduras. Quattro Paesi in cinque anni e ora l’altura di El Alto. “L’esordio in Sudamericana nel 2018 con il Rampla Juniors è stata l’esperienza più bella. In Uruguay mi sono trovato molto bene, ma anche in Ecuador perché hanno una struttura calcistica molto interessante: lo dimostrano i vari Sarmiento, Moises Caicedo ed Estupinan. Anche se la nazionale è stata eliminata ai gironi, c’è una generazione di giovani molto importante. Anche a livello di club, con l’Independiente del Valle che è nell’esempio migliore perché hanno vinto la Copa Sudamericana e incassano 15-20 milioni dalle cessioni ogni anno con giocatori che poi si adattano all’Europa”. Ma se c’è una cosa che ha colpito Arnuzzo nel calcio sudamericano è questa: “Come lo vivono. Per esempio, se un italiano dovesse entrare in uno spogliatoio prima del match penserebbe che la concentrazione non è richiesta, invece loro si concentrano con molta musica. Cercano sempre di essere spensierati e allegri, uno stile di vita completamente diverso dal nostro”.
Dall’altura al mare di Cipro. L’Always Ready ora affronterà alcuni test in Italia, Francia e Croazia. “Il 7 dicembre giocheremo contro la Fiorentina, una squadra con individualità importanti a centrocampo e in attacco, ma ho visto le immagini dell’amichevole contro l’Arezzo e devo dire che ci sono dei giovani molto interessanti, questo è importante. Poi giocheremo contro il Guingamp e la NK Istra di Bjelanovic e Argurio. La gara di Firenze è stata organizzata grazie al lavoro di un match-agent italiano, Federico Valentino. La nostra rosa è composta da 37 giocatori: tanti giovani, con l’inserimento di alcuni innesti come Herrera del Blooming e Arce del Palmaflor, già convocati in nazionale maggiore. Con noi è presente anche la Sub-20 perché l’obiettivo principale della tourneé è quello di mostrare il talento boliviano che spesso è un po’ bistrattato perché non si conosce molto bene il campionato. Sabato la Sub-20 ha giocato contro la Sampdoria Primavera, un match da 3 tempi da 40 minuti e i primi 2 sono finiti in pareggio”. Tra questi, il più interessante è il 15enne Moises Paniagua, che detiene il record di giocatore più giovane ad aver segnato un gol nel campionato boliviano. “Un 2007 che ha segnato all’esordio dopo appena 3 minuti e fa parte della nazionale Sub-17, ma in realtà non dimostra l’età che ha perché gioca contro i grandi senza problemi. Stiamo lavorando per fargli ottenere il passaporto che permetterebbe di aprire al mercato francese perché il nonno è guineano e con l’accordo di Cotonou non risulterebbe extracomunitario. Si tratta di un esterno offensivo molto tecnico, forte nel dribbling e con colpi interessanti. Ha dato spettacolo contro l’Apoel a Cipro”. Fiorentina e gli altri club italiani avvisati.
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