Marko Arnautovic e l’Inter, una storia che si ripeterà: torna di attualità una storia antica, lontana nel tempo ma mai davvero superata. Quella di un’occasione mancata e di un lungo tentativo di riscatto. Di un secondo tempo mai scoccato.
Era il 2009 quando Arnautovic, all’epoca ventenne, passò dal Twente all’Inter in prestito. Non è una stagione come tutte le altre, in casa nerazzurra: è l’anno del Triplete, della Champions vinta a Madrid contro il Bayern.
Eppure a distanza di anni quasi nessuno ricorda che in quella squadra, in mezzo ai Milito, ai Cambiasso, agli Zanetti, c’era anche lui, Marko. Grande potenziale, sì, ma mai espresso in quella stagione: appena tre presenze, cinquantasei minuti giocati in Serie A senza lasciare traccia. A distanza di anni, Arnautovic ricorderà: “Rimpiango la disciplina che non ho avuto, nonostante tutti abbiano provato a darmela. Anche Mourinho mi ha aiutato tanto, ma per sei mesi gli ho ripetuto che non era mio padre e non poteva darmi ordini”. Leggendari gli scherzi con Balotelli, sul quale Arna ricorda: “Sfrecciava in via Montenapoleone per farsi vedere, e io ero dietro“.
L’Inter preferisce non riscattarlo, e alla fine della stagione il Twente lo cede in Bundesliga, al Werder Brema. È l’inizio di una lenta rincorsa ai vertici che non si completerà mai del tutto. Ci sono gli anni della Premier, con Stoke City e West Ham, certo non club di prima fascia. E poi la decisione di cambiare vita, a 30 anni, accettando i milioni cinesi dello Shanghai SIPG. Ma dove la carriera di chiunque altro sarebbe potuta finire, quella di Arnautovic si rilancia, a sorpresa: merito della maturità acquisita negli anni più difficili, quelli da “reietto”. Arna è protagonista con l’Austria a Euro 2020, e in quella stessa estate passa al Bologna. Qui viene rilanciato da Sinisa Mihajlovic, col quale condivide la lingua e il carattere duro, fiero.
Venticinque gol e due assist in due stagioni. Spesso tormentate, tra infortuni ed esclusioni (con Thiago Motta). Ma sempre vissute da leader, tecnico e caratteriale. Nel nuovo ruolo di numero nove, quello che Sinisa gli cuce addosso ponendo fine a una carriera da esterno. In questa posizione Arna mette le sue grandi capacità tecniche al servizio della squadra, e attira l’interesse del Manchester United prima, e dell’Inter poi. Inzaghi cerca un attaccante ormai da mesi; sfumati Lukaku e Scamacca i nerazzurri hanno inserito proprio Arnautovic nella lista che comprendeva già Balogun, Beto e Taremi. Ora è in chiusura l’operazione fra Inter e Bologna: il ritorno di Arnautovic in nerazzurro è sempre più vicino.
La carriera di Arnautovic è piena di sliding doors: dal mancato passaggio al Chelsea nel 2009 al gol contro l’Italia a Wembley, annullato per un fuorigioco millimetrico. Dopo una carriera soddisfacente, in cui ha maturato il suo personale riscatto, Marko comincerà davvero quel “secondo tempo” sempre rimasto in sospeso. Di nuovo una squadra in lotta per obiettivi importanti, di nuovo la Champions. E quale posto migliore per farlo, dopo tredici anni, di San Siro?
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