Interviste e Storie

Arnautovic e il sostegno di San Siro: le immagini del riscatto nerazzurro

Le immagini, a volte, sono capaci di raccontare più delle parole. Ed è da tre immagini che è giusto partire per comprendere ciò che è stato Inter-Fiorentina.

La prima è quella di chi la partita l’ha decisa: Marko Arnautović. Guardate il 2-1 dell’Inter e superate l’abbraccio di gruppo. Ecco, stop. Fermatevi all’istante in cui l’austriaco resta da solo davanti alla sua curva.

In quell’esultanza si riassumono il senso di questo gol per lui e per tutti i nerazzurri. Quasi un pugno all’aria fatto di rabbia e voglia di rivalsa.

La seconda immagine è quella del capitano, Lautaro Martinez. Parliamo sempre dei secondi dopo il gol. Questa volta, però, è il primo. Una mano che batte sullo stemma e le mani al cielo per chiamare il pubblico. Tutto lo stadio intona “E per la gente che”. Il viso del numero 10 dice tutto: “Ecco, è questo che voglio”.

La terza è rappresentata proprio dal pubblico. Un tifo consapevole del momento di difficoltà dell’Inter e della necessità di far percepire il proprio supporto. Forte, chiaro, caldo. E la squadra ha risposto: un 2-1 a San Siro che riscatta il 3-0 di Firenze riscattato e un primo posto più vicino.

La rivincita di Arnautovic

Quello di Marko è prima di tutto un riscatto personale. E il motivo lo si capisce in fretta. Nei momenti di difficoltà vissuti dall’Inter, l’austriaco è stato spesso stato tra i più criticati. Dubbi e perplessità accompagnate da gol sbagliati e momenti di frustrazione. Era successo prima della rete contro l’Atletico lo scorso anno. È successo ora prima di quella contro la Fiorentina. Entrato nel primo tempo al posto di Thuram. Nel secondo il gol decisivo. Il primo di questo campionato.

Ecco perché in quel volo sopra la testa di Ranieri e la palla mandata in rete si nasconde più di un semplice gol. C’è la rivalsa di un ragazzo riconosciuto da tutti come un uomo spogliatoio legato ai colori nerazzurri. C’è un regalo concretizzatosi nei tre punti offerto al suo popolo. E c’è un urlo fatto di rabbia e riscatto di tutta la squadra dopo la sconfitta di Firenze. Quella squadra che si è stretta intorno al suo numero 8.

Lautaro Martinez, capitano dell’Inter (Imago)

Il capitano e l’effetto San Siro

La seconda immagine è quella dell’altro attaccante della serata: Lautaro Martinez. Quella consegnata dalla serata di San Siro è l’istantanea di un uomo che è sempre più capitano della sua gente. La gente che ha chiamato a sé dopo l’1-0. Lui, in mezzo al campo a chiedere la vicinanza dello stadio intero.

Un pubblico che ha dimostrato di aver capito quanto fosse importante il proprio ruolo già all’inizio della partita. Anzi, fin dall’ingresso in campo dei giocatori. C’era bisogno del loro sostegno dopo la sconfitta forse più pesante dell’era Inzaghi. E il mondo Inter si è compattato in un solo spirito. Il fischio finale accolto in solo grido. Un grido di sollievo, gioia, unione.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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