Interviste e Storie

Arna settebello: l’Inter sgasa nel segno del numero 8

Inter, Arnautovic (IMAGO)

Arnautovic da standing ovation. 

È il minuto 58 di Inter-Cagliari. Simone Inzaghi effettua i primi cambi della partita. Entra in campo Correa, esce il numero 8. Nell’ora precedente un gol e un assist decisivi per la vittoria contro i sardi. Tutto San Siro si alza in piedi ad applaudire quello che, in fondo, è uno di loro: un tifoso nerazzurro.

Un’immagine che se solo si ripensa a qualche mese fa appare a tratti strana. La seconda avventura interista dell’austriaco, infatti, è stata accompagnata da luci e ombre, momenti di dubbi riscattati da rivincite.

Dubbi, qualche mugugno tra i seggiolini del Meazza, perplessità. Sentimenti che per diversi periodi erano aleggiati nei confronti di quel ragazzo che sembrava troppo lontano da Lautaro Martinez e Thuram. Lui, come gli altri possibili sostituti Correa e Taremi.

Era successo già lo scorso anno. Si è ripetuto nella prima parte di stagione. Sola e senza ricambi, questa era la Thula agli occhi del mondo nerazzurro. Poi qualcosa è cambiato. A inizio febbraio, per la precisione. Contro la Fiorentina Arnautovic entra al posto del francese infortunato. Sliding door. Marko segna il 2-1. Un gol che riscatta la sconfitta di Firenze di qualche giorno prima. Un gol che rilancia la sua autostima. La Thula non è più sola. Ora c’è Marko Arnautovic.

Arna da settebello

Arnautovic segnerà poi in Coppa Italia contro la Lazio e in campionato contro Monza, Udinese e, appunto, Cagliari. Sommati ai due precedentemente segnati, fanno 7, raggiungendo le reti realizzate nella scorsa stagione.cMa a contare non sono solo i gol. Quella contro i sardi è stata una prestazione da assoluto protagonista. E la rete che sblocca la partita ne è stata solo la presentazione.

Il ripiegamento per coprire la momentanea assenza di Dimarco, la classe in un colpo di tacco, l’assist visionario per il 2-0 di Lautaro sono stati gli sceneggiati successivi. Il più bello, l’abbraccio con Simone Inzaghi subito dopo il raddoppio del capitano. Un gesto, quello dell’allenatore, che premia e certifica il valore del suo numero 8.

Simone Inzaghi (IMAGO)

Il valore di Marko

Un valore che si percepisce in campo e in spogliatoio. Da tutti visto e sentito come uno dei riferimenti fondamentali nel gruppo nerazzurro. “Ho fiducia e stima in Arnautovic e l’ho voluto fortemente. Ha dato tantissimo e in questo momento di bisogno ha dato il suo apporto e speriamo possa darlo da qui alla fine. Da quando è qua che dentro e fuori dal campo sta dando una grandissima mano”, le parole di Inzaghi prima del derby di Coppa Italia.

L’urlo davanti alla curva dopo ogni gol è ormai una delle immagini negli occhi dei tifosi. A San Siro è ormai una sentenza. L’Inter vince e convince, scongiurando i timori sorti dopo il pareggio nella partita vista Champions contro il Parma. 3-1 al Cagliari e testa al ritorno contro il Bayern. Nel giorno in cui indossavano la maglia dedicata a Valentino Rossi, i nerazzurri sgasano verso una nuova notte europea. “Il Triplete? Siamo l’Inter, è normale crederci”. Parola di Arnautovic.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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