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Arabia Saudita, tutti i club saranno privatizzati: significato e scenari

Il Ministero dello Sport dell’Arabia Saudita ha annunciato una svolta storica: tutti i club della Saudi Pro League saranno privatizzati. Una mossa strategica per generare nuovi introiti e accelerare la crescita del settore. L’obiettivo, apertamente dichiarato nel manifesto Vision 2030, è portare la Saudi Pro League nella top 10 delle leghe calcistiche mondiali.

Il progetto Arabia Saudita

Ma cosa vuol dire che tutti i club del campionato saranno privatizzati? Fino a qualche anno fa, tutte le società calcistiche e non solo erano di proprietà e sotto la gestione del governo. La svolta è avvenuta nel novembre del 2016, quando il Consiglio dei Ministri saudita ha annunciato il “Privatization Program”, iniziativa volta a incentivare gli investimenti per favorire lo sviluppo dell’economia nazionale. Il calcio è stato subito al centro di questo programma. Nell’estate 2023 le 4 principali squadre del paese (Al-Nassr, Al-Hilal, Al-Ittihad e Al-Ahli) sono ufficialmente passate nelle mani del noto Public Investment Fund (PIF), che ne ha rilevato il 75% delle quote, mentre tre club di seconda divisione (Al-Suqoor, Al-Ula e Al-Qadisiyya) sono stati acquistati da altri enti privati del paese. 

Nella seconda fase della privatizzazione del calcio, le squadre messe in vendita sono Al-Zulfi, Al-Nahda, Al-Okhdood, Al-Ansar, Al-Orouba e Al-Kholoud. Ci sarà poi una terza fase con altri otto club coinvolti. 

Gli obiettivi principali del “Privatization Program” nel calcio sono, come specificato da un comunicato ufficiale del Ministero dello Sport, il miglioramento della governance amministrativa e finanziaria dei club sportivi, la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti sportivi e l’aiutare i club a essere finanziariamente sostenibili.

L’Arabia Saudita, attraverso il già accennato programma governativo Vision 2030, vuole accelerare la propria crescita in diverse aree per ridurre la propria dipendenza economica dal settore petrolifero. Tra queste aree, lo sport rappresenta un fiore all’occhiello. Il paese ospita da diversi anni un Gran Premio di Formula Uno (in attesa della MotoGP) e, con il LIV Tour, ha di fatto monopolizzato il circuito del golf mondiale. La prova della serietà dei progetti sauditi la si ha nelle infrastrutture. Le risorse, d’altronde, non mancano.

Tra i mega progetti di Vision 2030 c’è Qiddiya, un progetto immobiliare definito come “la capitale dell’intrattenimento, dello sport e dell’arte”. Situata a 45km da Riyad su un’area totale di 376km2, è al momento ancora in fase di costruzione.

Al suo interno uno stadio dal design che sembra provenire dal futuro: il Qiddiya Stadium, impianto da 40mila posti che sarà pronto in vista della Coppa d’Asia 2027 e che successivamente ospiterà le partite di Al-Nassr ed Al-Hilal, i quali hanno firmato un accordo fino al 2042 dal valore di 26 milioni di dollari. Un bel biglietto da visita per la Coppa del Mondo 2034, per il quale l’Arabia Saudita è al momento l’unico paese che ha presentato la propria candidatura.

Davide Lusinga

Giornalista pubblicista classe 2000. Napoletano di nascita e milanese d’adozione. Non aver mai completato un album delle figurine Panini è un mio rimpianto. Cerco di rifarmi collezionando magliette delle squadre di calcio. A pallone ci giocavo, ma mi viene meglio raccontarlo. Il mio stile di vita è: “Ama il tuo prossimo come te stesso”.

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