Una mostra intitolatagli nel Museo del Grande Torino, una vita – ben quindici anni – con addosso la maglia viola e solo una piccola esperienza, ai tempi delle giovanili, con la maglia granata. Giancarlo Antognoni, ex centrocampista e oggi club manager della Fiorentina, “presta” il suo nome ad un evento che si terrà nel Museo del Toro.
“Per le motivazioni che ci sono dietro la scelta del mio nome e per lo spessore dell’iniziativa in sé, non posso che essere onorato di ciò – ha spiegato Antognoni ai microfoni di Tuttosport -. Quella granata è una società con una storia affascinante, che in molti hanno provato ad imitare e che tutti conoscono: rappresentano un modello conosciuto ovunque”.
All’inizio della sua carriera, Antognoni fu vicino al passaggio al Torino: “Cominciai a giocare nell’ AstiMaCoBi, e lì mi rimandò il Toro dopo un periodo nel settore giovanile. Eppure, quando tornai allo stadio per la prima volta da avversario, mi sentii quasi un ex granata, pur non avendo mai giocato con la prima squadra“.
Il Torino di Mazzarri, quest’anno, può contare su tanti giovani talenti promettenti, proprio come la Fiorentina per la quale Giancarlo ancora oggi lavora: “Credo che si sia arrivati ad un punto in cui le ambizioni di Fiorentina e Torino meritino di essere premiate, sono entrambi club ben strutturati e con progetti importanti”
“Uomini-simbolo? I viola li conoscono tutti bene e so quanto ogni componenti della rosa sia attaccato ai nostri valori. Se proprio ne devo scegliere uno, dico capitan Pezzella. Tra i granata, invece, punto su Sirigu, Rincon, Iago Falque e Belotti. Con giocatori come questo e un progetto ambizioso, mi auguro che presto sia noi che i granata riusciremo a trovare spazio in Europa”.
L’intervista completa su Tuttosport
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