Anthony Modeste è in uno di quei momenti della carriera in cui a un attaccante riesce tutto, colpo di testa, rimpallo in area o tiro da fuori che sia. I suoi sette-gol-in-sette stanno lanciando il Colonia, la grande rivelazione di una Bundesliga in cui le sorprese davvero non mancano. Meglio di Robert Lewandowski (5), meglio anche di Pierre-Emerick Aubameyang (6), Modeste. E pensare che il francese poteva oggi anche ritrovarsi a giocare in Cina, se non fosse stato per la sua naturale ostinazione e tenacia: “Ho ricevuto a una mega offerta, ma i soldi non sono importanti. La famiglia sì. Mio figlio ha problemi seri di salute e la Germania per lui è ideale. Anche più della Francia, sicuramente più della Cina”.
E allora porte chiuse all’addio e rinnovo fino al 2021, scelta che mai fu più azzeccata. L’inizio di stagione di Tony è un’esplosione di energia e di gioia: le sue esultanze – una, in copertina, inventata per gioco con la moglie e un suo amico – raccontano di un personaggio a 360º, non solo di una macchina-da-gol, come lo ha definito il suo compagno Dominic Heintz. E sette, di gol, sono davvero tanti, per un giocatore che lungo la sua carriera, in verità, non ha mai smesso di segnarne. Sono fino a oggi 41 in 96 partite di Bundesliga, non proprio una brutta statistica. Si ispira a Didier Drogba, e il perchè è abbastanza evidente. Lanciato dall’Hoffenheim, arrivato forse troppo sotto traccia a Colonia, appena un anno e mezzo fa, per sostituire l’omonimo Ujah, lui sì partito per la Cina. E oggi si trova lassù, in cima alla classifica marcatori, a guardare tutti gli altri attaccanti dall’alto.
Modeste ora è un nome, non più un mezzo fatto. In campo è un duro, una bestia da quasi 190cm, anche se dentro ribolle come un bambino. E se a dirlo è Peter Stöger, allenatore del Colonia che gli ha permesso di fare a 28 anni il salto decisivo in carriera, allora c’è da crederci. Ogni stagione – per sua ammissione – si ripropone di segnare un gol in più di quella precedente: 15 nel 2015/16, la strada per i 16 è già spianata. Il prossimo step? La convocazione nazionale francese, che Tony conserva con cura nel cassetto dei sogni da realizzare (ha già giocato nell’U21). E continuando a esultare con questa costanza, la prima volta con Les Bleus non sembra essere neanche così lontana.
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