Chissà com'è passare dal giocare in Regionalliga West contro il Fortuna Düsseldorf II, ai 27 minuti in Bundesliga contro l'Eintracht, alla partenza da titolare in un quarto di finale di Champions League contro il Manchester City. Tutto in dieci giorni. Grazie alla fiducia di Terzic e prima ancora alla promozione da parte Favre.
Serata di Coppa, esordio da titolare dopo i 7 minuti contro lo Zenit dello scorso dicembre. L'età? Diciannove anni e 86 giorni per diventare il giocatore tedesco più giovane di sempre a partire dal primo minuto in una gara della fase a eliminazione diretta di Champions con la maglia del Borussia Dortmund.
Ma in realtà i grandi sogni di Ansgar Knauff sono iniziati molto prima, nel 2006. Un Mondiale giocato a casa sua, in Germania, e quel ragazzino di 4 anni non si staccava mai dalla televisione e non perdeva una partita di quei 'grandi' da raggiungere un giorno. Verso il top. Le sue partite, invece, le giocava nel piccolo Göttingen, squadra della sua città (da noi Gottinga), certamente più famosa per l'Università – che ha formato e fatto salire in cattedra oltre 40 vincitori di premi Nobel – che per il calcio.
Ci ha pensato Ansgar a farsi notare col pallone tra i piedi; questa è stata da subito la vera passione, più della palla a spicchi che riservava ai momenti di svago con gli amici.
Göttingen come culla, Hannover come trampolino e poi il Borussia Dortmund come consacrazione nel 2016. La promozione in prima squadra è arrivata all'inizio di questa stagione, insieme all'amico e compagno di reparto Youssoufa Moukoko con cui ha condiviso parte del percorso nelle giovanili mentre il direttore sportivo Michael Zorc si stropicciava gli occhi: "E' un attaccante esterno con tanto talento, buon ritmo e buon dribbling", ha detto di Knauff. Ala rapida ma in caso di necessità anche terzino destro.
Cresciuto in cinque anni in tutti i sensi, anche (e soprattutto) fisicamente visto che in Under15 era uno dei più minuti ma poi ha convinto tutti del suo potenziale. Nemmeno un infortunio che l'ha tenuto a lungo ai box ha fatto vacillare il suo sogno di raggiungere il top, che nel frattempo nel dizionario Ansgar è diventato sinonimo della prima squadra.
Magrolino, leggero… A Lars Ricken, coordinatore delle giovanili del BVB, ha presto ricordato Marco Reus. Ma la vera svolta è arrivata nella fase finale del campionato U17, nel 2019: 2 gol e 4 assist contro Wolfsburg e Colonia, miglior giocatore del Dortmund nell'ultimo atto di quella competizione.
Adesso in Germania lo paragonano a Sancho ma Ansgar "è un ragazzo con i piedi per terra. Sa cosa vuole e sa concentrarsi sui suoi obiettivi". Parola di Julia Porath, coach fuori dal campo dell'Academy del Dortmund. "Ed essere aggregato alla prima squadra per il ritiro di Bad Ragaz l'estate scorsa è stato un bene per lui". Giusto tre mesi prima della firma sul primo contratto da professionista. Un altro desiderio realizzato, non certo l'ultimo anche perché poi è arrivato l'esordio in Champions (l'ingresso in campo per 7 minuti contro lo Zenit) e la prima in Bundesliga, il 20 marzo a Colonia, con assist a Haaland.
E adesso? "Sogno di giocare con la prima squadra davanti ai nostri tifosi, con la curva piena e la pandemia finita. Un'atmosfera pazzesca, da pelle d'oca". E il proverbiale cassetto si riempie con un nuovo sogno, mentre Ansgar continua a puntare al top. "Alles gute".
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