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Andare alla partita… in autostop! E’ successo a Chiaretti del Cittadella: “Sono arrivato al campo sudato”

Andare alla partita… in autostop. Vi è mai successo? A Lucas Chiaretti sì, ’10’ brasiliano del Cittadella ora secondo in Serie B, non esattamente terza categoria. “E’ stata un’esperienza allucinante” ammette lui il giorno dopo, con la modalità ridarella ancora on. Come sia possibile, ce lo racconta direttamente Lucas, in esclusiva. “Arriva il giorno di Cittadella-Latina. Io mi faccio accompagnare nel solito hotel dove viviamo il pre partita da mia moglie, che poi riparte e se ne va con la mia macchina”. Dopo pranzo, la solita riunione tecnica, verso l’una e mezza. “Pranziamo, salgo in camera. E poi scendo – nella sala riunioni dell’hotel – per ascoltare le parole del mister. Tutto come sempre, come facciamo ogni volta prima di una partita di campionato in casa. Ma sabato non trovo nessuno dei miei compagni. Pensavo addirittura di essere in anticipo! Così mi sono permesso di chiedere un caffè al bar. Ad un certo punto incrocio il nostro allenatore in seconda e gli chiedo ‘ma dove sono tutti? Già al campo?’ e lui ‘sì’. In quel momento ho capito di aver calcolato male qualcosa… ”. Già. L’allenatore Venturato aveva pensato bene di cambiare location della riunione tecnica e farla direttamente allo stadio, in sala stampa. Anche per scaramanzia. “Ho lasciato lì in caffè e sono uscito correndo, schizzato in strada per cercare un passaggio perché non avevo la macchina!”. Chiamare i compagni, no? “Non mi rispondeva nessuno, nessuno”. Via di autostop come se non ci fosse un domani. “Ho provato a fermare qualche macchina a gesti, ma niente. Pensa che i passeggeri della prima mi avevano anche riconosciuto però… si sono limitati a salutarmi!”. Senza fermarsi. Ouch. “Mi sarò fatto 700 metri a piedi”. Fino alla svolta. “Una macchina si blocca. Io chiedo al conducente ‘portatemi allo stadio che sono in ritardo, per favore’ e lui – che era un nostro tifoso! – emozionato, mi risponde ‘ah ma tu sei Chiaretti!?’”. Esatto. “Quel signore – che ringrazierò sempre – aveva un passato da calciatore e si è messo a raccontarmi la storia della sua vita. Il punto è che abbiamo anche sbagliato strada!”. Non è una barzelletta. “Sono arrivato alla riunione alle 13.35/40. Tutto sudato. Come prima cosa mi sono scusato con mister e compagni, il fatto è che non sapevo se ridere o piangere”. Dopo un 2-1 sul Latina, tre punti in classifica e un’ottima prestazione individuale e di squadra… sorridere soddisfatti è is the way. “Andare allo stadio in autostop ha portato fortuna quindi” suggeriamo noi. Lucas però non sembra disposto a concedere il bis. “Troppa fatica”. E una raccomandazione. “La prossima volta porto io mia moglie” perché il contrario può essere pericoloso.

Matteo Moretto

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