Nadiem Amiri è sicuramente tra gli acquisti più interessanti del mercato invernale del Genoa. Arrivato a gennaio dal Bayer Leverkusen, il trequartista classe ’96 non ha ancora avuto l’occasione di mettersi in mostra al meglio, visto che è stato fermato da problemi di diversa natura. Per la corsa alla salvezza, però, può essere un elemento importante nello scacchiere di Blessin.
Intervistato alle colonne della Gazzetta dello Sport, Amiri ha parlato dei problemi avuti nelle scorse settimane, che hanno impedito di farlo giocare con regolarità: “Non è stato un inizio semplice, un virus mi ha frenato impedendomi di giocare con continuità, ma ora sto bene e sono pronto a fare la mia parte”.
Poi ha proseguito, parlando dell’ingresso in campo nell’ultima gara di campionato e del suo rapporto con Calhanoglu: “Con l’Inter l’atmosfera a Marassi era splendida. Dallo spogliatoio ho scritto ai miei genitori ed a mio fratello, spiegando che speravo di entrare presto in campo. E quando è successo, è stata roba da pelle d’oca. Intanto ho iniziato a studiare l’italiano. Il mio amico Calhanoglu mi ha aiutato con la lingua a trovare a casa”.
Sulla corsa per la salvezza del Genoa: “Ora diventa decisiva la gara con l’Empoli, poi sarà importante non subire più sconfitte e cercare di piazzare qualche altro successo. Continuo fermamente a credere che questa squadra possa rimanere in Serie A. Il Genoa nulla c’entra con la Serie B”.
Chiusura finale su Blessin e il suo aiuto con la lingua: “Sì, è stato importante, anche perché non parlo ancora la vostra lingua, il mio inglese non è perfetto e avere un allenatore e uno staff che parlano tedesco per me è stato ed è ancora oggi un grande aiuto”. L’intervista completa è sull’edizione di oggi, 5 marzo, della Gazzetta dello Sport.
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