Interviste e Storie

“Quando mi puntava dovevo farmi il segno della croce”: alla scoperta di Amad Diallo

Amad Diallo, attaccante del Manchester United ex Atalanta (Imago)

Le origini di Amad Diallo, ex Atalanta, grazie al racconto di un suo compagno nelle giovanili nerazzurre: Giorgio Brogni

Tra il Manchester United e la Serie A corre un filo rosso fatto di grandi colpi di mercato. Un legame che negli ultimi anni ha trovato il suo epicentro a Zingonia, casa dell’Atalanta. L’ultimo intreccio è quello di Rasmus Hojlund, passato in Inghilterra nell’estate del 2023. Ma ancor prima, c’era stato un altro giovane nerazzurro acquistato dal club oggi allenato da Amorim: Amad Diallo.

L’ex Atalanta è stato il primo giocatore classe 2002 a segnare un gol nel nostro campionato. Di nazionalità ivoriana, il ventiduenne con la prima squadra dell’Atalanta ha collezionato solo 5 presenze totali. Mentre arriva a più di 100 il conto dei gettoni collezionati con le giovanili del club nerazzurro considerando Primavera, Under 17 e Youth League.

Dopo il suo passaggio al Manchester United e un periodo in cui ha fatto esperienza in prestito al Rangers in Scozia e al Sunderland nella seconda divisione inglese, Amad Diallo si è recentemente guadagnato il rinnovo di contratto fino al 2030 a suon di ottime prestazioni.

Un potenziale che sembra essere definitivamente esploso in questa stagione (29 presenze, 6 gol e 7 assist) e che, grazie alle parole di Giorgio Brogni, difensore che ha giocato diversi anni con Amad nelle giovanili dell’Atalanta con cui ha vinto due Campionati e una Supercoppa Primavera, andremo a raccontarvi fin dalle sue origini.

Gli inizi di Amad Diallo visti da vicino

Quando giocavamo contro nelle partitelle e mi puntava, potevo solo farmi il segno della croce“. Così Giorgio Brogni, terzino classe 2001 – oggi al Magenta in Serie D e cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta fin dai 6 anni di età – ha raccontato a gianlucadimarzio.com la sua esperienza al fianco di Amad Diallo. “Arrivò ai tempi dell’Under 15 e i primi tempi non giocò sempre dall’inizio. Fu poi titolare nell’ultima partita, la finale scudetto contro la Roma, dove segnò ai supplementari portandoci a vincere 2-0“, continua Brogni. Che ci confida: “Ricordo che in occasione di quel gol andammo a esultare assieme sotto la tribuna. Finii sulla Gazzetta e tutti i miei conoscenti a Bergamo mi hanno chiamato, ma il merito era tutto suo!“.

Un percorso che ha visto il terzino e l’esterno giocare assieme per 5 anni. “Si vedeva che nell’uno contro uno e nel tocco palla aveva qualcosa di unico. Peccava un po’ fisicamente, ma compensava con la rapidità e la forza nelle gambe. Un difetto dei primi tempi era forse la fase difensiva, ma grazie al lavoro nel settore giovanile stava già migliorando. Poi è normale che un calciatore del genere per rendere deve essere fresco in avanti“, ci spiega il difensore. Data la specularità tra i ruoli in campo dei due, spesso si sono trovati ad affrontarsi in allenamento: “Mi diceva sempre che dovevo fare il bravo. Ma la verità è che quando era in giornata, ti faceva fare delle brutte figure in campo!“.

Brogni e Diallo all’Atalanta

Lo spogliatoio e le trasferte con l’Atalanta

Nel settore giovanile dell’Atalanta, tutti i calciatori vengono seguiti per tutto il percorso che può portare poi fino alla prima squadra. Un approccio che contribuisce a creare uniformità nel progetto ed entusiasmo nello spogliatoio. “Fuori dal campo ci conoscevamo tutti, avevamo un rapporto fantastico. Oltre che con Amad ho giocato con Kulusevski, Okoli, Carnesecchi, Del Prato e tanti altri. Eravamo fortissimi ma non parlavamo di futuro o estero”. Il livello dei giovani di quegli anni era talmente alto che l’ivoriano spesso partiva dalla panchina, per poi subentrare e fare la differenza in corso d’opera. “Ricordo però bene che Diallo rideva sempre” – aggiunge Brogni – .”Lasciava tutto fuori e in campo si trasformava: era come se scendesse in campo solo per divertirsi“. Ed è stata probabilmente questa una delle peculiarità dell’attaccante che gli ha permesso di calcare grandi palcoscenici calcistici senza mai sentirne la pressione.

Durante la prima esperienza in Champions League dell’Atalanta, i giovani dell’Under 19 hanno iniziato a competere nella Youth League. “Il primo anno europeo battemmo 1-3 il City di Eric Garcia, Dele-Bashiru, Bernabè e Cole Palmer. Amad vinse l’Mvp, segnando un gol e propiziando gli altri due. Il loro terzino, Ogbeta, ebbe il mal di testa per tutta la gara“. Proprio da queste esperienze, in particolare dai viaggi in aereo, vengono gli aneddoti più belli: “Mi viene in mente l’ultima trasferta della fase a gironi del 2018-2019 contro lo Shaktar, dove Amad era andato con la prima squadra. Ci eravamo entrambi qualificati agli ottavi e in aereo era partita la festa con Gomez, Muriel, Hateboer e tutti gli altri. Ricordo i cori dell’Atalanta e i festeggiamenti, con Amad che è sempre rimasto dietro con noi più giovani. Quei viaggi sono per me indimenticabili“.

Nonostante i grandi successi personali, come il gol all’esordio in Serie A arrivato contro l’Udinese il 27 ottobre del 2019, il classe 2002 è rimasto sempre con i suoi compagni. “Gli mandai i complimenti su Whatsapp. Il giorno dopo era già di nuovo in campo con noi per giocare contro la Fiorentina in Coppa Italia Primavera. Era rimasto tutto uguale, anche se da lì stava già iniziando la sua ascesa“, conclude Brogni. Umiltà e lavoro duro: valori tramandati dalle parti di Zingonia che Amad Diallo ha fatto suoi a Bergamo e che porterà con sè ovunque lo vedrà andare la sua promettente carriera.

Simone Pagliuca

Nato nel 2001 con origini campane ma stabilito nel bresciano. Laureato in Scienze della Comunicazione, con il sogno di raccontare le emozioni che provo guardando il calcio, dai più piccoli talenti che giocano sulle spiagge fino ai campioni che calcano i più grandi stadi del mondo. Emozionarmi per emozionare: un "uno-due" che, si spera, possa andare in gol.

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Simone Pagliuca

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