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Altetico Madrid, Filipe Luis: “Questo il momento più duro da quando sono qui. Roma? Siamo praticamente eliminati, ma dobbiamo batterla”

Dentro o fuori per l’Atletico Madrid domani contro la Roma. I colchoneros rischiano l’eliminazione dalla Champions League con un turno d’anticipo e per evitarla sono costretti a vincere contro la squadra di Eusebio Di Francesco. 7 pareggi nelle ultime 9 partite e 2 reti segnate nelle ultime 3 per i ragazzi di Simeone. Ad un giorno da match parla uno dei senatori del gruppo, il brasiliano Filipe Luis, intervistato dalla Gazzetta dello Sport :“Questa sterilità offensiva non è colpa degli attaccanti ma della squadra: creiamo poco, noi difensori e i centrocampisti dobbiamo offrire più a chi sta davanti. Al momento manca un po’ di fiducia: sia alla squadra sia a Griezmann. Non siamo rilassati, abbiamo dei dubbi. Probabilmente è uno dei momenti più duri da quando sono qui, fatichiamo a creare gioco e occasioni, però ci è già successo: ci vuole calma, bisogna controllare l’ansia”.

Griezmann non segna da oltre 700’: “Di lui si parla tantissimo perché è la nostra stella, ma spesso lo si fa in maniera ingiusta. È vero, non segna. Ma gioca bene, aiuta a difendere, si propone, corre. Con la Francia segna, se stesse male non farebbe gol in nazionale. Dobbiamo servirlo meglio e far sì che sia felice, perché quando Griezmann è contento è uno dei migliori del mondo. Come Messi: quando è felice anche se non fa gol offre tre assist. Antoine ha addosso troppa pressione”.

Domani sera al ‘Metropolitano’ arriverà la Roma: “Siamo praticamente eliminati ma dobbiamo batterla. Per noi stessi, per continuare a crescere e a sperare. La Roma è quasi passata, sta bene ed è un’ottima squadra ma pensiamo di poterla battere perché all’Olimpico abbiamo fatto una grande partita, meritavamo di vincere. E poi giochiamo in casa”. 2 vittorie, una sconfitta e 4 pareggi nel nuovo stadio: “Il Metropolitano è uno stadio meraviglioso ma dobbiamo ancora “capirlo”: la luce, il terreno, gli spazi, le distanze, i suoni, il calore della gente. Dobbiamo abituarci. Per ora ci manca tanto il Calderon, il tempo e i gol ci aiuteranno”.

Ha detto di avere ben due nonne italiane, ma nessuno della nostra Federazione lo ha mai cercato: “No, e non dovevano darmi un passaporto, ce l’ho già”. Sarà un Mondiale senza Italia. “Tremendo. Io da calciatore posso anche essere felice perché siete sempre molto competitivi però per il calcio mondiale è bruttissimo. Avete 4 stelle sulla maglia, tanta storia. È chiaro che qualcosa è stato fatto male. Io penso che in una nazionale, che è molto diversa da un club, debbano giocare sempre i migliori. Non so se sia successo in Italia”.

L’intervista completa potrete trovarla sull’edizione odierna della ‘Gazzetta dello Sport

Redazione

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