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Allenatori, primo giorno di… Champions League. Che classe!

Il suono non è quello della campanella, ma quello più dolce e melodico, quasi magico, dell’inno della Champions League. Primo giorno di scuola oggi, primo giorno di Champions League domani. “Di ogni storia si ricorda solo la sua conclusione” cantava Niccolò Fabi, ma gli inizi sono spesso sottovalutati. Tutti già a pensare a Cardiff, dimenticandosi che a quell’esame si arriverà soltanto dopo un anno di prove e interrogazioni, o meglio, partite. Gli inizi dicevamo, l’eccitazione del primo giorno di scuola, la scelta del banco e del compagno, nuovi e vecchi amici. E quest’anno la classe non è niente male, ci sono tutti gli alunni – ops, allenatori – tipo. Uno per girone, si può cominciare con l’appello:

Girone A, il ripetente Arsène – E con questa fanno 19. Sì, diciannovesima partecipazione consecutiva per l’Arsenal e per il suo allenatore. Questa classe Arsene la conosce ormai benissimo, ma non è stato mai promosso. Un merito essere presente da così tanto tempo, un demerito non essere mai riuscito a vincere. Soltanto una volta ci andò vicino, nel 2006. Poi solo qualche semifinale sparsa e tante aspettative deluse. Ogni volta è sempre più difficile, a un ripetente viene chiesto semplicemente di salvare l’anno. Ma chissà, prima o poi…

Girone B,  la prima volta di Maurizio – Non si scorda mai il primo giorno di scuola in assoluto, può cambiarti la vita. I compagni, le maestre, la classe. Maurizio Sarri però non cambierà: fumerà prima della partita, con la sua tuta del Napoli addosso andrà a sedersi un po’ nascosto tra le file dei banchi. Poi al suono della campanella si alzerà per non sedersi più. Quando si comincia qualcosa per la prima volta non si sa mai dove si arriverà: probabilmente non lo sa e non ci pensa nemmeno lui. In cuor suo però vuole fortemente che quello di Kiev, oltre che il primo debutto, non resti anche l’unico. Perché è meglio arrivare tardi che non arrivare mai.

Girone C, il professor Pep – Non solo alunni. Perché domani ricomincia tutto anche per i professori. E chi, tra gli allenatori, ha più le fattezze di un temibile prof, colto e preparato? Semplice, Pep Guardiola. Era così già in campo, figurarsi in panchina. Le lezioni impartite con il Barça sono state proiettate negli anni successivi come esempi nelle aule e sono state scritte sui libri. Poi il tentativo non riuscito, almeno in Europa, di replicarle al Bayern. Ora un altro “cambio di scuola”, il Manchester City: perché un professore non vuole smettere mai di insegnare e… di vincere, soprattutto dove nessuno ci è mai riuscito.

Girone D, Carlo il secchione C’è sempre, in una classe che si rispetti. Dopo un anno d’assenza è tornato lui, il più bravo di tutti, Carlo Ancelotti. Lui sa come si arriva a fine anno a pieni voti, non c’è classe in cui si trovi meglio. Gli altri lo guardano, un po’ lo invidiano, provano a rubare i suoi segreti, come si prova a copiare dal compagno più bravo durante il compito. Ma non ci riescono perché forse, di segreti, nemmeno ne ha. E’ tutto naturale, quando uno è bravo è bravo. “Suo figlio è intelligente, ma non si applica”: no, a lui non serve applicarsi, tre coppe alzate al cielo parlano da sole. La quarta col Bayern Monaco sarebbe leggenda.

Girone E, lo straniero Mauricio – Un non europeo per questa speciale e ridotta classe. Lo straniero in questione è Mauricio Pochettino, allenatore argentino del Tottenham. E come il suo quasi omonimo Maurizio (Sarri) anche lui è un esordiente assoluto in Champions League. Viene da lontano, è giovane, suscita curiosità. Complice anche un girone non irresistibile può fare strada. Da tenere d’occhio come quegli studenti che, inaspettatamente, tirano fuori l’annata miracolosa.

Girone F, Zizou il capoclasse – E chi l’ha detto che il capoclasse debba essere il più anziano, quello con più esperienza? Conta il campo e quest’anno il titolo spetta di diritto a lui. Nella scorsa edizione il primo giorno di scuola non lo ha vissuto, è arrivato dopo, il più classico dei “trasferimenti”: nuova classe, nuova vita. E subito promozione. Una sorpresa per tutti, forse non per lui, arrivato in silenzio e in punta di piedi al Real Madrid, come da tradizione nelle sue origini berbere. Adesso però tutte le attenzioni sono per Zinedine Zidane: non può più nascondersi, è il capoclasse e tutti lo aspettano al varco.

Girone G, il maestro Claudio – No, lui non è un debuttante. Conosce la classe, le materie e tanti suoi compagni. Ha però un compito speciale: accompagnare tanti piccoli alunni prodigio alla loro prima esperienza internazionale. Claudio Ranieri in versione guida, l’erasmus europeo attende il Leicester dei miracoli che nella Coppa dei Campioni, arriva da Campione d’Inghilterra. Esiste soltanto una cosa più difficile di un miracolo: ripeterlo. Esserci però, è già fantastico. Farlo con applicazione, educazione e un pizzico di sfrontatezza di chi non ha nulla da perdere: su questo garantisce il maestro, Sir Claudio Ranieri.

Girone H, Max il maturando – “Notte prima degli esami, notte di sogni di Coppe di Campioni”. Inutile far finta che non sia così. Massimiliano Allegri ha appena preso posto al primo banco, la Juventus non può e non vuole nascondersi. Quest’anno ha tutto per superare l’esame di maturità: mezzi, idee, supporto. La fortuna, quella dovrà conquistarsela e meritarsela. L’obiettivo è chiaro, ma comunque ancora lontano. Max sa che si potrà conseguire prova dopo prova, senza sbagliare. Perché basta un errore durante un compito in classe… E anche stavolta tutto svanirebbe.

Appendice – Senza dimenticare Emery, che dall’Europa League passa “alla classe superiore”; Simeone, già rimandato due volte all’ultimo esame; Luis Enrique, forse il favorito; Sampaoli, l’altro straniero arrivato per stupire. E poi i grandi assenti Conte e Mourinho: niente da fare, con loro ci si vede l’anno prossimo…

Marco Bonomo

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