Prototipo del centrocampista moderno: corsa, tempo di inserimento, disciplina, freddo sotto porta. Un’intelligenza tattica che gli permette di proiettarsi in ogni zona di campo, col massimo risultato. Marques Allan s’è preso il Napoli e la fiducia di Maurizio Sarri, che l’ha impiegato in ogni partita di questa stagione; record in squadra che detiene insieme a José Callejon. Non è un caso che loro, elementi portanti della fascia destra, siano così fondamentali. Il loro compito, specialmente nei primi mesi col nuovo allenatore, era quello di dare equilibrio in una formazione che a sinistra prediligeva la tecnica e che dall’altro lato aveva bisogno dei muscoli. Il lavoro eccezionale di Sarri si vede anche in questo: ha reso Insigne il secondo attaccante per palloni recuperati in Serie A, dietro appunto al compagno spagnolo, e al tempo stesso ha trasformato Allan in un attaccante aggiunto, che pressa e si butta dentro con tempi perfetti. Proprio com’è successo ieri, quando ha realizzato il gol – quarto stagionale – che tiene il Napoli in vetta e come ha fatto in occasione della rete annullata ad Hamsik.
IDOLI BRASILIANI – Per chiunque, in qualsiasi parte del mondo, Napoli è la squadra di Diego Armando Maradona. Ed era così anche per Allan, prima di approdare in azzurro tre anni fa. Nonostante la nazionalità brasiliana: “So bene che Maradona era argentino, ma calciatori così sono un patrimonio per tutti”. Ma i suoi punti di riferimento sono connazionali, con tanti anni di Serie A alle spalle. “Il mio modello è Dunga, uno che non tirava mai il piede indietro. Ma quando sono arrivato ho chiesto il numero 5 che indossava Falcao” disse presentandosi. I colori verdeoro sono sempre stati un sogno, e col passare delle partite Tite non può più ignorarlo: “Credo di meritare almeno la considerazione”.
FUORI DAL CAMPO – Fin da subito, Napoli l’ha stregato. D’altronde, a presentargliela fu Antonio Di Natale: “Mi disse che è una città meravigliosa in cui vivere, con le persone che hanno un amore speciale per il calcio”. La sua Thais ne ha apprezzato subito gli scorci di golfo e non ha esitato a trasferirsi lì insieme ai bambini Miguel e Manuela. Il primogenito, peraltro, ama lo sport ma non segue sempre i gusti del papà, come quando in occasione di Napoli-Real gli chiese candidamente di fargli conoscere Cristiano Ronaldo, per avere una foto con lui. E se si parla di NBA, Allan è per Golden State ma Miguel preferisce Cleveland. Nemici sul divano, insomma, ma uniti nella vita. I profili social del centrocampista hanno soltanto foto in campo o in famiglia. Lo ritraggono per ciò che è, una persona “sincera, diretta”. Bravo nelle imitazioni (“Sarri mi riesce bene, ma non lo farò mai in pubblico: è un modo nostro di stemperare la tensione”), religioso e amante dei tatuaggi: queste ultime due passioni le ha conciliate insieme nel disegno pieno di angeli che si è fatto realizzare dietro la schiena. In attesa delle benedizioni, magari, per scudetto e chiamata mondiale.
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