Ogni favola, dopotutto, ha un inizio e una fine. Sì, ma quando ci sei dentro a quella favola…sembra davvero di sognare. E così è stato per Riccardo Bocalon, trascinatore dell’Alessandria in quest’impresa storica, terminata proprio ieri contro il Milan: “Spero davvero che mi ricapiti presto di giocare a San Siro – ha dichiarato l’attaccante in esclusiva a Gianlucadimarzio.com – Quando sono entrato nello stadio ieri, sono tornato bambino per un attimo. Un’emozione indescrivibile”.
Uno, due, tre pizzicotti: nessun sogno, è tutto vero. Per chi è cresciuto e tifa Inter poi, la partita di ieri poteva valere tanto, se non una carriera intera. Forse un pizzico di rammarico per essere subentrato solo a poco meno di 10′ dalla fine, ma sicuramente l’esperienza rimarrà indelebile: “Certo, non vedevo l’ora di entrare. Continuavo a guardare Gregucci per far sì che mi inserisse prima possibile, come mi ha insegnato il mio idolo Inzaghi quando veniva messo in panchina (ride ndr). Poi giocare davanti a quasi 15000 tifosi grigi non ha prezzo. Tra di loro, c’erano anche mia moglie, mio fratello e i miei amici, che hanno organizzato un pullman di 30 persone da Venezia per venirmi a vedere”. Bocalon si è scaldato quasi tutto il secondo tempo fianco a fianco con un certo Carlos Bacca, giocatore che, al di lá della fede calcistica, stima molto: “Lui e Menez sono fortissimi. A fine partita poi ho ricevuto la maglia di Carlos, mentre la mia l’ho data al nipote di Galliani, che me l’aveva chiesta già all’andata. È stata una bella manifestazione di stima”. “E mentre vi scaldavate fianco a fianco, qualche consiglio gliel’hai chiesto?”.
“No No – replica, ridendo nuovamente – non ci siamo parlati. Ho salutato solo Poli, perché ci conosciamo dai tempi del Treviso”. “Ma sai una cosa? – continua Riccardo, in preda ad un vortice di emozioni – Non vedo l’ora di rivivere questa atmosfera. Quando giochi in certi stadi contro questi avversari, annusi il calcio vero e ciò ti invoglia ancora di più a dare il massimo per svolgere nel migliore dei modi questo mestiere, che è il più bello del mondo. Poi, ci hanno fatto piacere le parole di Gregucci a fine partita, che ci ha detto espressamente di averlo reso orgoglioso per i momenti indimenticabili che abbiamo regalato a lui e ad Alessandria. Ora pensiamo al campionato, dove non stiamo vivendo un momento felice: i playoff per noi sono l’obiettivo minimo”.
di Alberto Trovamala
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