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Mindfulness, meditazione e calcio “pensato”: Albert Grønbæk, il nuovo talento del Genoa

Albert Grønbæk (IMAGO)
Albert Grønbæk (IMAGO)

Con Grønbæk proseguono le tradizioni dei danesi in rossoblù e delle super cessioni del Rennes

In attesa di scoprire quale sarà il futuro di Gudmundsson, il Genoa sta per mettere a disposizione di Vieira il danese Albert Grønbæk. Classe 2001, trequartista capace anche di giocare come esterno sinistro. Lo schieramento del francese dovrebbe essere ancora il 4-2-3-1, in cui Grønbæk andrebbe a fare da raccordo tra il centrocampo e l’attacco. Centrocampista dinamico, duttile e tecnico. Un giocatore completo con grande abilità negli inserimenti senza palla. Il prototipo ideale per sostiuire Miretti e per trovare una figura simile a quella di Malinovsky.

Nell’ultima stagione, tra Rennes e Southampton, ha avuto un rendimento altalenante, complici anche le stagioni difficili dei due club. Ecco perché il Genoa potrebbe essere la chance giusta per provare a ritornare ai livelli del Bodo/Glimt, squadra in cui ha giocato nelle due annate precedenti registrando numeri importanti: 15 partite, 8 gol e 2 assist nel 2023 e 28 gare con 9 reti e 6 assist nel 2022.

Classico sguardo scandinavo, freddo, ma sorridente allo stesso tempo e un personaggio tutto da scoprire. Tra i suoi generi musicali preferiti ci sono artisti danesi come Gilli e Hans Philip e alcuni rapper americani come Kendrick Lamar e J. Cole. Durante l’adolescenza era un grande appassionato di Football Manager e di recente ha iniziato a praticare mindfulness e meditazione per migliorare la concentrazione e la gestione della pressione prima delle partite, soprattutto nelle competizioni europee. Un motore instancabile in mezzo al campo, Ilkay Gündoğan e Christian Eriksen come fonti di ispirazione, ma allo stesso tempo adora il calcio “pensato”, fatto di movimenti intelligenti e passaggi tra le linee.

Albert Grønbæk potrebbe essere un innesto molto prezioso per il Genoa, soprattutto se inserito in un sistema che esalta le sue caratteristiche. Qualità tra centrocampo e attacco, pressing, intensità e recupero palla. Uno che vede la porta. Un profilo giovane ma già maturo che potrebbe completare il puzzle tecnico-tattico del Genoa di Vieira.

Da Schöne a Frendrup: un legame danese da oltre 70 anni

La tradizione del Genoa con i calciatori danesi è una storia che parte negli anni ’50 e si è sviluppata fino a diventare negli ultimi anni una relazione costante e produttiva. Tutto è iniziato con Niels Bennike, centrocampista danese arrivato nel 1953 e primo nordico nella storia del Genoa.

Dal 2019 la società ha investito più frequentemente su profili danesi, acquistando Lasse Schöne dall’Ajax, oltre al terzino Peter Ankersen e Lukas Lerager. Tra i simboli attuali, invece, non si può non citare Morten Frendrup. Polivalente, instancabile, generoso, mediano, mezzala, terzino, perfino difensore centrale. È diventato il danese con più presenze nella storia del club ed è amatissimo dai tifosi per grinta e spirito. Una tradizione pronta ad andare avanti con l’arrivo di Albert Grønbæk.

Rennes, Gronbaek (IMAGO)

Albert Grønbæk e non solo: le migliori cessioni del Rennes

Il Rennes è storicamente un club abituato a scovare, formare e rivendere a peso d’oro i suoi gioiellini. Da Dembélé a Camavinga, passando da Ugochukwu e Doku. Il club ha investito in un reparto scouting internazionale molto sviluppato utilizzando dati statistici e algoritmi per valutare il potenziale di un giocatore prima ancora che sia noto ai club più blasonati.

Scelte lucide e fredde nella gestione dei talenti: non trattiene troppo a lungo i giocatori, accetta di vendere anche giovanissimi profili e reinveste subito in altri prospetti. Tutto funziona grazie a un ecosistema virtuoso e i risultati si vedono: bilanci sani, presenze in Europa e status di livello.

A cura di Gerardo Guariglia