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Albania, De Biasi: “Qualificazione ai mondiali? Spagna e Italia favorite, ma io ci credo”

Gianni De Biasi ci ha preso gusto. Dopo la storica qualificazione dell’Albania ai campionati europei ora l’allenatore veneto proverà l’impresa “mondiale”: qualificarsi a Russia 2018 ai danni di Italia e Spagna. “Mai dire mai” con De Biasi:

“A me piacciono le sfide impossibili” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Due anni fa solo un folle avrebbe visto l’Albania all’Europeo. E quando ho fatto esordire Hysaj il presidente federale mi disse se non ero fuori di testa… La Spagna ha il 50 per cento di possibilità, l’Italia il 40. E noi il 10. Forse è tanto, ma ci credo. Mai dire mai. Ripartiamo dallo stesso gruppo, senza Cana, il capitano, che ha lasciato la Nazionale. E dallo stesso modulo, il 4-3-3, e tre nuovi, uno per reparto, che saranno utili in prospettiva: Dijmsiti, Hyka e Manaj“.

L’Albania riparte da basi solide: “Posso dire che anch’io cerco di rendere semplici le cose complicate. Europeo? Sono rimasti i complimenti del premier dopo il girone. E in generale la consapevolezza di aver fatto il salto di qualità. Per come avevamo giocato fin dall’inizio meritavamo il ripescaggio. L’Europeo mi ha fatto capire che nulla è scontato, che anche le squadre piccole, vedi l’Islanda possono creati difficoltà. Il segreto è la forza di volontà, niente è precluso se non ci credi. Bisogna ripartire da qui”.

La filosofia di gioco non cambierà: “Se hai una tecnica superiore agli avversari puoi tenere la palla, altrimenti è inutile fare gli spavaldi, aggredire alti l’avversario. Rischi troppo. Meglio fare densità davanti alla difesa e avere un appoggio facile in caso di riconquista del pallone. I nostri tifosi sono entusiasti, ci spingono ad attaccare, invece bisogna trovare l’equilibrio, ragionare”. Paragone importante per Manaj. A De Biasi il giovane attaccante del Pescara ricorda Boninsegna: “Confermo: è un combattente, lotta, corre, deve solo regolarsi. La smania di arrivare potrebbe essere un freno. Ma ha il vantaggio dell’età”.

Da Ventura a Conte, l’Italia ha cambiato filosofia: “Ora c’è più possesso palla nella propria metà campo in attesa di capire cosa fanno gli avversari oppure di ripartire in velocità. Una versione sofisticata e organizzata del vecchio e intramontabile schema: ‘palla lunga e pedalare’. E non è una critica al mio amico Giampiero. Difesa? Con la Francia cose che capitano a fine estate, non mi preoccuperei. L’Italia può solo migliorare, è costruita su basi solide. Berardi? Per uno come lui una sistemazione la devi comunque trovare”. A guidare gli azzurri poteva esserci proprio De Biasi: “Rimpianti? Sono realista, doveva andare così. Ma è stato un onore essere tra i candidati”.

Redazione

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