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“Spero che non calci un altro rigore”. E invece Kim ferma Neymar (al quarto tentativo)

Spero che questa volta lui non batta un rigore…“. A parlare è Kim Seung-gyu, portiere della nazionale coreana e dell’Al Shabab. Il “lui” di questa storia è Neymar Jr, attaccante dell’Al Hilal e del Brasile. 

Il finale è molto diverso da quello che si aspettava Kim: Neymar il rigore l’ha tirato, ma per la prima volta in carriera, al quarto tentativo, il portiere l’ha preso. 

Kim para il rigore di Neymar in Al Shabab-Al Hilal

Non è bastato all’Al Shabab per vincere il derby della capitale, Riad, contro l’Al Hilal. Hanno segnato Koulibaly (primo gol in Saudi Pro League alla quinta presenza) e Aleksandar Mitrovic. La squadra del fondo PIF, allenata da Jorge Jesus, ha vinto 2-0 ed è tornata in testa alla classifica. Venti punti, uno in più della coppia Al Ittihad-Al Taawoun (la vera sorpresa della stagione).

Kim ha più di 70 presenze con la maglia della sua nazionale. Per due volte in passato aveva sfidato il Brasile, e Neymar lo aveva battuto in tre occasioni dal dischetto. Stavolta no, stavolta il portiere è riuscito a opporsi al 37′ con la mano destra. Un intervento spettacolare, che tiene momentaneamente il risultato sullo 0-0. 

Nei giorni scorsi Kim aveva dichiarato: “Il livello di gioco sta sicuramente aumentando in questo campionato, e ora gioco contro calciatori che prima osservavo solo in televisione…” E su Neymar: “Non credevo che lo avrei affrontato di nuovo dopo così poco tempo“. E invece è andata come nessuno dei due avrebbe immaginato. 

Il momento di Neymar non è dei migliori: pochi giorni fa aveva sbagliato un gol facile nella Champions asiatica, e aveva perfino rischiato l’espulsione. Finora ha giocato solo tre partite, senza mai segnare ma fornendo due assist

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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