L’Al-Hilal viene dalla vittoria dell’ultima King Cup, la coppa nazionale che in Arabia Saudita vale quanto un campionato se non di più (un’analogia con il binomio Premier League-FA Cup per gli inglesi). Tuttavia, la vittoria del campionato è sfuggita grazie alla corsa dell’Al-Ittihad e questo “Il Leader” dei club sauditi non vuole assolutamente concederlo.
Un allenatore esperto e un mercato faraonico (probabilmente ancora non concluso) le due soluzioni individuate dopo l’inserimento del fondo saudita PIF in società. Come si presenta l’Al-Hilal ai nastri di partenza di quella che sarà la Saudi Pro League più seguita della storia?
Noto con il nome di Olympic Club nel 1957, anno della sua fondazione, l’Al-Hilal prese la sua (ancora attuale) denominazione l’anno successivo, arrivando a vincere il primo di 56 (forse presto 57) trofei nel 1961. Visto il numero di coppe in bacheca, è facile intuire sia proprio l’Al-Hilal il club saudita più titolato in assoluto: non a caso nasce da ciò il soprannome Al-Za‘īm, in arabo Il Leader (d’Arabia Saudita, ndr). Ben 18 i campionati vinti in meno di 50 anni di storia e ora, anche con tutti i rinforzi arrivati dall’Europa, il club promette ancora vittorie e trofei nelle teche di casa.
Quella casa nata sulla terra battuta situata nel quartiere Al-Zahira di Riyadh, città da 8 milioni di abitanti circa e che ospita quasi 70mila tifosi a partita al King Fahd International Stadium. Già fin dai primi anni, il club saudita si impose per popolarità al di sopra delle altre società: già negli anni 70, infatti, si registrano i primi importanti tesseramenti extra-asiatici dell’Al Hilal, in particolare l’impiego del recordman brasiliano Mario Zagallo come allenatore e del connazionale Rivelino ancora con gli scarpini indosso. Con loro arrivarono altri trofei, ma bisogna aspettare fino al 1992 per la prima vittoria della AFC Champions League (la Champions asiatica, ndr). Da allora il club ne ha vinte 4 e, il prossimo 12 agosto, punterà a vincere la terza Arab Champions Cup (la Champions del mondo arabo organizzata dall’UAFA, Union of Arab Football Associations, ndr) in finale contro l’Al-Nassr di CR7.
Finita da pochi mesi sotto la gestione del ricchissimo fondo sovrano saudita PIF insieme ad Al-Nassr, Al-Ittihad e Al-Ahli, la società guidata dal 41enne presidente Fahad bin Nafel ha avuto modo di rinforzarsi ingaggiando finora quattro nuovi giocatori arrivati direttamente dal calcio europeo che conta.
I primi due rinforzi sono arrivati direttamente dalla Premier League inglese: parliamo del difensore senegalese Kalidou Koulibaly, storico ex Napoli che ha scelto l’Al-Hilal dopo appena un anno di Chelsea, e del mediano portoghese Ruben Neves, arrivato dal Wolverhampton per dare fantasia a centrocampo. Chiudono (per ora) il mercato extra-asiatico i botti Sergej Milinkovic-Savic – arrivato dalla Lazio per 40 milioni di euro – e l’ex Barcellona Malcom – arrivato dallo Zenit San Pietroburgo. Da qui alla chiusura del mercato, datata 20 settembre, ce n’è ancora di tempo per chiudere qualche altro mega-colpo: la dirigenza ci ha già provato per Modric e Mbappè, ma in questi casi non è andata bene… I due hanno scelto di restare in Europa.
Oltre ai quattro sopraccitati, che ovviamente finiscono di diritto in questo paragrafo, è bene dare un’occhiata a quei profili che meno si conoscono ma su cui si posano le fondamenta di questa squadra: i calciatori sauditi dell’Al-Hilal. A partire dal 31enne portiere Al-Owais, bandiera anche della nazionale ma che spesso lascia spazio al collega ancor più esperto Al-Mayouf (36 anni), fino alla batteria di difensori composta da Abdulhamid, Al-Boleahi e Al-Shahrani, tutti giocatori conosciuti durante l’ultimo Mondiale FIFA in Qatar.
Chiudiamo la lista dei giocatori sauditi da tenere d’occhio con il 28enne centrocampista Kanno (che affiancherà spesso Ruben Neves in mediana), ma anche il collega più giovane Nasser Al-Dawsari e l’omonimo, numero 10 della nazionale, Salem Al-Dawsari, ricordato per il gol-vittoria segnato contro l’Argentina all’esordio del Mondiale qatariota. Intanto, però, oltre ai quattro nuovi acquisti troviamo già altri interessanti profili extra-Asia da tenere d’occhio quest’anno, quali il trequartista brasiliano Michael e gli attaccanti rispettivamente ex Porto e Benfica Moussa Marega e Andre Carrillo.
A chiudere lo specchietto sull’Al-Hilal una presentazione dell’allenatore, tanto esperto che di presentazioni potrebbe non averne neanche bisogno. Il 69enne portoghese Jorge Jesus è arrivato con impegno e sudore a conquistarsi le panchine dei club più importanti in patria. Storico allenatore del Benfica, con cui ha collezionato oltre 400 panchine in due periodi diversi, ha vinto 10 trofei in Portogallo, di cui 3 scudetti. Uniche esperienze da allenatore fuori dal Portogallo il Fenerbahce e prima ancora proprio l’Al-Hilal, che guidò per tutta la seconda metà del 2018 e che, adesso, ritrova per una nuova ed esaltante stagione. Allenatore duttile, con un gioco offensivo e propositivo, userà spesso il 4-2-3-1 alla guida dell’Al-Hilal, anche se spesso ha utilizzato anche il 4-3-3 o il 3-4-3 a seconda dei giocatori a disposizione in rosa.
AL-HILAL (4-2-3-1): Al-Mayouf; Abdulhamid, Koulibaly, Al-Boleahi, Al-Shahrani; Kanno, Ruben Neves; Michael, Milinkovic-Savic, Al Dawsari; Malcom. Allenatore: Jorge Jesus.
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