Sui social è stato spesso paragonato a Superman per quella somiglianza con Clark Kent a causa degli occhiali e del taglio di capelli. Il suo supereroe da bambino però non aveva il mantello, ma la numero 10: si tratta di Diego Armando Maradona, che ha omaggiato lo scorso anno al momento della sua scomparsa palleggiando al ritmo di Life is Life, come faceva il Pibe de Oro.
Adesso, dopo quasi 4 anni da quando Giuntoli lo vide al Mondiale 2018, Nicolas Tagliafico potrebbe finalmente arrivare al Napoli.
Terzino sinistro, ma all’occorrenza anche centrale in una difesa a tre nonostante i 172 cm d’altezza, come quando ha alzato da capitano la Copa Sudamericana al Maracanà con la maglia del Rey de Copas, l’Independiente de Avellaneda. Un mix di leadership, corsa e garra sulla fascia sinistra: si possono riassumere così le qualità del classe 1992 cresciuto nel Banfield, club in cui aveva giocato uno dei suoi riferimenti, Javier Zanetti, anche se l’idolo resta un mancino naturale come Juan Pablo Sorin.
Originario di Rafael Calzada nel dipartimento di Almirante Brown a Buenos Aires, Nico ha debuttato nel 2010 in Primera e si è messo in luce con la maglia del Taladro, nonostante la retrocessione avvenuta nel 2012, tanto che a soli 20 anni si è trasferito in prestito in Spagna, per la prima esperienza europea. Una stagione al Real Murcia e poi il ritorno patria, dove nonostante l’interesse del Newell’s del Tata Martino decise di rimanere al Banfield in Segunda Division, per riportarlo dove l’aveva lasciato, convinto dal 3-3-1-3 di Matias Almeida che avrebbe esaltato le sue caratteristiche, ma non da terzino, bensì da centrocampista.
Dalla zona sud di Buenos Aires al sobborgo di Avellaneda, nel 2015 Tagliafico dice addio al Banfield per giocare in una delle grandi d’Argentina, l’Independiente, ma reduce da una retrocessione e anni difficili tra Promedios e problemi finanziari. Nel Rojo avviene la sua consacrazione in patria, grazie anche all’incontro con El Profe Ariel Holan, ex allenatore di hockey che riesce a far tornare a trionfare l’Independiente a livello internazionale.
Tagliafico è il capitano della squadra a 24 anni e gioca da terzo di sinistra in una linea a tre. Una svolta tattica nella sua carriera anche in ottica mercato europeo e in chiave Nazionale. Una risposta diretta per chi nutrisse ancora dei dubbi sulla sua tenuta difensiva, come l’ex ct dell’Argentina, Bauza che in quei mesi disse: “Il suo problema nel calcio internazionale è l’altezza“. Nel 2017, El Patòn rischia di non portare l’Argentina al Mondiale e viene sostituito da Sampaoli che lo inserisce per la prima volta nella lista dei convocati. A dicembre dello stesso anno, dopo la vittoria contro il Flamengo, Tagliafico viene ufficializzato dall’Ajax per circa 5 milioni.
Dopo Russia 2018, dove risulta tra le poche note liete della Selecciòn, Tagliafico esordisce in Champions League con una doppietta ai gironi contro l’AEK Atene. Quella dei gol è un po’ una novità della sua carriera, che ad Amsterdam si è trafsormata in una piacevole abitudine, visto che con le 20 reti segnate finora è l’argentino con più gol nella storia del club biancorosso. Numeri e prestazioni che lo hanno reso uno dei punti fermi anche del ct Scaloni, che gli ha consegnato la fascia da capitano nelle prime tre uscite della sua gestione in assenza di Messi.
In possesso del passaporto comunitario grazie alle origini genovesi dei nonni paterni e calabresi dei nonni materni, dopo la Copa América persa nel 2019, Tagliafico è stato in vacanza a Capri e Positano con la sua compagna Caro Calvagni. Chissà che in futuro non possa diventare una consuetudine, magari proprio da giocatore del Napoli.
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