Nella lingua catalana c’è un modo di dire bellissimo. Voler agafar la lluna amb le dents: letteralmente, voler prendere la luna con i denti. Indica la voglia di pretendere qualcosa d’impossibile. Mondiali, Champions League, Liga, miglior giocatrice Uefa e ora anche il Pallone d’Oro: vinto tutto in un solo anno. Aitana Bonmatí l’ha preteso e l’ha ottenuto.
La storia della Catalogna implica per natura un carattere ribelle, in tutto. Forse è stato questo il segreto della regione che è diventata una vera e propria potenza del calcio femminile. Gli ultimi tre Palloni d’Oro sono stati assegnati a due catalane: doppietta per la leggenda Alexia Putellas e l’ultimo alla centrocampista del Barcellona. Nasce a Sant Pere de Ribes, una cittadina in provincia di Barcellona, dove ancora oggi vive insieme alla sua famiglia. Per la sua nascita, i genitori gli hanno voluto fare un regalo speciale: la possibilità di avere come primo cognome quello della madre. Classe ’98, al tempo non era permesso dalla legge. Dopo una lunga battaglia burocratica, nello stesso anno in cui nasce riescono a invertire i cognomi: Bonmatí materno, Conca paterno. Anticipano di un anno quella che sarebbe diventata una legge a tutti gli effetti.
“Chi mi avrebbe detto quando ero bambina che avrei giocato in un Camp Nou pieno?”: così aveva rivelato in un’intervista. Gioca a calcio da quando riesce a stare in piedi e inizia con la squadra della sua cittadina. Come tutte le bambine, gioca insieme ai maschi. Ma in Catalogna è proibito giocare in squadre miste dopo i 13 anni. Doveva dunque passare a una squadra femminile e arriva la chiamata del Barcellona, non proprio una qualunque.
Nel 2012 arriva in blaugrana, e ci rimane per i successivi 11 anni. Un palmarès da paura: quattro campionati spagnoli, quattro Cope de la Reina e due Champions League. Negli anni è diventata anche una colonna della nazionale spagnola, con cui già nelle giovanili aveva vinto due Europei, uno con l’U-17 e l’altro con l’U-19. Fino al Mondiale del 2023 da assoluta protagonista. Lei che tra l’altro aveva rischiato di saltarlo dato che era stata tra le prime a disertare la nazionale come protesta contro le condizioni economiche offerte dalla Federcalcio spagnola.
Guardiola, dopo che Bonmatí aveva vinto il Mondiale, aveva detto: “Sono calcisticamente innamorato di lei. È l’Iniesta del calcio femminile”. Il vero riconosce il vero, anche se l’idolo di sempre di Aitana è Xavi. L’allenatore del Barça gli ha anche scritto la prefazione nel suo libro autobiografico uscito nel 2022. Nessun ghostwriter, l’ha scritto interamente lei. La sua passione per la scrittura e la cultura in generale nasce dai genitori, entrambi insegnanti di Catalano e Letteratura Catalana. Da sempre è anche vicina alle cause umanitarie ed è testimonial della UNHCR. Si era resa protagonista di un bel gesto portando i bambini ucraini e honduregni rifugiati a vedere una partita del Barcellona.
Dopo la premiazione del Pallone d’Oro è spuntata sui social una foto di Bonmatí insieme a Messi. Ora, qualche anno dopo, sono insieme a ritirare il massimo premio per una calciatrice/calciatore. Si può dire: Aitana Bonmatí ha preso la luna con i denti.
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