Interviste e Storie

Adzic, l’agente Gluscevic: “Voleva la Juventus. Il gol con l’Inter premio del suo lavoro”

Vasilije Adzic con il suo agente, Igor Gluscevic

Igor Gluscevic, agente di Vasilije Adzic, racconta il lavoro dietro le quinte del centrocampista e il suo passato.

La pressione di giocare nel club più importante del tuo paese, per poi lasciarlo cercando un’avventura lontano dai tuoi cari. È l’esperienza di Vasilije Adzic, eroe del Derby d’Italia dell’ultima giornata di Serie A in casa Juventus. Il centrocampista montenegrino ha deciso la partita contro l’Inter con un destro dai 30 metri, facendo impazzire di gioia l’Allianz Stadium.

Non è stato un percorso facile: qualche acciacco, la panchina, e poi quell’occasione quando meno se lo si aspetta. Il gol contro l’Inter è la rampa di lancio per un percorso di crescita di un giocatore di soli 19 anni, che vuole prendersi il suo spazio in bianconero.

A raccontarlo è il suo agente, Igor Gluscevic, in esclusiva ai microfoni di gianlucadimarzio.com. L’ex giocatore di Siviglia, Utrecht e Sparta Praga tra le altre, ha raccontato il percorso di Vasilije dal Montenegro a Torino, sponda bianconera.

È frutto del lavoro di tanti mesi ha spiegato. Perché il gol contro l’Inter ha permesso ad Adzic ti togliersi una soddisfazione immensa, dopo che qualche infortunio non gli ha permesso di esprimersi al meglio.

“È un premio. Adzic rimane con i piedi per terra”

Adzic ha coronato un sogno con il gol nel derby: È un premio per il grande lavoro svolto negli ultimi mesiha commentato Gluscevic – È un ragazzo con tanta qualità, una fame enorme che l’ha aiutato a mantenersi vivo durante il periodo complicato che ha vissuto. Ha avuto qualche infortunio che non gli ha permesso di esprimersi al meglio, ma ha continuato a lavorare. Esultanza? Sarà lui a dire cosa voleva intendere. Sicuramente era colmo di gioia”.

Il rapporto con Tudor è molto positivo: “Prima di tutto, l’obiettivo era tornare ad allenarsi e a giocare con continuità. Tudor, durante l’estate, ha detto che l’unico giocatore che non voleva che si muovesse era Vasilije. Per noi è molto importante, è un allenatore che crede in lui e capisce le sue qualità”.

Adzic (IMAGO)

C’è spazio anche per i retroscena di mercato: Il Bologna voleva molto il ragazzo, ma quando è arrivato il momento di decidere, suo papà Jovan gli ha chiesto quale decisione volesse prendere”. Per Adzic non c’era alcun dubbio: “Lui ha detto ‘Voglio giocare con i migliori, la Juventus’. Un ragazzo di 18 anni normalmente non può fare minuti così facilmente con la Juventus, lui voleva fare questo passo per la sua carriera“.

Il gol contro l’Inter è una soddisfazione anche in famiglia: Dopo suo papà Jovan sono la persona più felice del mondo. Durante gli anni in cui non sapeva quale fosse il prossimo passaggio della sua carriera, suo papà lo ha aiutato molto. Da parte mia, dedico il gol alla persona che mi ha permesso di conoscere la famiglia di Vasilije, davvero stupenda”.

Il passato in Montenegro e la voglia di Nazionale

Per diventare un giocatore migliore, Adzic sta lavorando su più aspetti: Il tiro da fuori è una qualità che ha fin da bambino, è una delle sue armi. Sta lavorando e migliorando molto nella parte difensiva. Ha molta qualità offensiva, ma migliorare la parte difensiva sarà importante per permettergli di diventare un giocatore completo”. 

Giocare per il Buducnost non è semplice: Dal Buducnost si è portato tutto. È una squadra difficile da rappresentare, una città che ha visto grandissimo giocatori, come Savicevic, Mijatevic e Jovetic, ma ce ne sono tanti altri, come lo stesso Mirko Vucinic, che ha giocato con la Nazionale a Podgorica. Non è facile giocare lì. Lui, a 17 anni, ha dovuto vivere questa realtà, non è stato semplice conquistarsi i suoi minuti, ma da quando ha iniziato a giocare si è preso il suo spazio”.

E la Nazionale? “Importantissima, Adzic è un giocatore importante per il Montenegro e la nazionale è importante per lui. Dopo quello che ha passato dal punto di vista degli infortuni vuole giocare con continuità anche con la nazionale maggiore. Sogno? È un ragazzo con i piedi per terra. Capisce che questo è un lavoro lungo, è uno sport di squadra. Quindi per il bene della Juventus vuole vincere con la squadra, non importa come“.

Mattia Picchialepri

Cresciuto sotto la Mole con la diatriba tra granata e bianconero, innamorato del calcio grazie al mancino di Arjen Robben. Con il tempo mi sono appassionato anche ai motori e, soprattutto, alla palla a spicchi. Amo raccontare le storie dietro ai protagonisti dello sport.

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