Il destino, si sa, a volte offre incroci bellissimi. Nella vita così come su un campo da calcio. Perché sul rettangolo verde non ci vanno soltanto due squadre, pronte a darsi battaglia per i tre punti, per un gol o una qualificazione. Ci sono anche le storie dei protagonisti, le loro curiosità, le loro gioie. I loro dolori. Accadrà questo a Francoforte domani sera. La Commerzbank- Arena, casa dell’Eintracht, si prepara ad accogliere la Lazio per la seconda giornata del girone di Europa League. I ragazzi di Inzaghi, vittoriosi all’esordio contro l’Apollon Limassol, se la vedranno con la squadra tedesca, prima a tre punti insieme ai biancocelesti grazie al successo sul campo del Marsiglia.
Sarà la partita fra le due prime. Sarà, di nuovo, Italia-Germania. Ma soprattutto sarà la sera di Francesco Acerbi e Marco Russ. Che non si conoscono, ma che si stringeranno la mano. Perché insieme hanno vissuto un incubo, un’esperienza di vita appunto. Entrambi hanno sconfitto il tumore ai testicoli, riuscendo a tornare a giocare ad altissimi livelli. Russ scoprì di essere malato nel maggio del 2016 attraverso un controllo antidoping: gli venne suggerito un intervento d’urgenza, ma lui posticipò l’operazione per giocare lo spareggio salvezza con l’Eintracht. Sconfisse il Norimberga prima e la malattia poi.
“So cosa ha passato Francesco e ha tutto il mio rispetto – ha spiegato in un’intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport – mi sono imbattuto nella sua storia e mi sono emozionato. Sono contento di giocare contro la Lazio, club di grande tradizione, ma lo sono ancor di più di incontrare lui. Dopo il dramma vissuto il destino ci fa incontrare. Vorrei scambiare la maglia con lui a fine partita“. Rispetto, prima di tutto. Poi viene la partita: “Che per noi sarà difficile – continua Russ – ma lo sarà anche per la Lazio. Siamo tosti, a Marsiglia siamo andati convinti di prender punti e abbiamo vinto. Ora, con il nostro pubblico, il più caldo in Germania, possiamo vincere ancora“. Intanto, però, lui e Acerbi la gara più delicata della loro vita l’hanno già vinta. Si sono difesi dall’avversario più forte, dalla minaccia più grande. Domani è la loro partita.
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