Quattro giorni dopo la chiusura del calciomercato invernale, il direttore sportivo dell’Empoli Pietro Accardi è intervenuto in conferenza stampa per commentare e analizzare il mercato della sua squadra.
In primo luogo, Accardi ha parlato dell’arrivo in panchina di Davide Nicola: “Con l’arrivo di Nicola abbiamo voluto dare un messaggio come società. Sappiamo che ci giochiamo tanto, lo abbiamo scelto per la voglia di compiere questa impresa, sapendo che è difficile ma non impossibile. Il motivo è proprio questo: è un allenatore esperto e competente, che in passato ha fatto già vedere di che pasta è fatto. La squadra, lo testimoniano anche i numeri, è diversa. Noi ci crediamo e sappiamo che fino alla fine della stagione dovremo sputare sangue. Mi aspettavo un impatto così positivo? Lo speravo, se l’abbiamo preso è perché siamo convinti che sia la persona giusta. Avevamo bisogno di un allenatore come lui, siamo contenti ma sappiamo di essere solo all’inizio del percorso”.
Poi, il ds ha spiegato la decisione di cedere Baldanzi alla Roma: “Sapete benissimo che l’Empoli è una società virtuosa, ma che sta anche attenta ai conti. Di conseguenza, quando ci sono queste opportunità, sia per il calciatore che per la società, dobbiamo valutarle. Ci sono momenti in cui la società può decidere di non vendere, altri in cui invece decide di farlo. Qui è il gruppo a fare la differenza, non il singolo“.
Accardi ha poi aggiunto: “Perché non è partito la scorsa estate? In estate erano stati già ceduti Parisi e Vicario, due cessioni importanti con cui avevamo incassato. Fondamentalmente la società non aveva l’esigenza di dover vendere da un punto di vista economico. Si è presentata un’opportunità importante per il ragazzo, per il bene della società noi siamo tenuti a prendere in considerazione queste cose perché quando si innescano questi meccanismi non puoi fermarli. Quando investi sui giovani si sa che l’Empoli è un mezzo per farli andare in palcoscenici importanti. Il bene del ragazzo e della società erano quello di prendere in seria considerazione questa opportunità“.
Accardi si è poi soffermato sull’acquisto di Niang: “Ho fatto una lunga chiacchierata con lui e ci ha immediatamente dato la sua disponibilità per venire a Empoli. Le dinamiche ci hanno portato ad aspettare, pensavamo si svincolasse ma poi abbiamo dovuto cambiare strategia. Ho trovato un ragazzo molto motivato, sa quello che si gioca l’Empoli e quello che si gioca lui. Si è messo in discussione senza troppe pretese, con sei mesi di contratto e con il rinnovo legato a obiettivi personali e di squadra. Questo ci ha dato la certezza di prenderlo, con lui abbiamo completato un reparto a cui mancavano alcune caratteristiche”.
Il dirigente dell’Empoli ha poi commentato anche gli arrivi di Zurkowski e Cerri: “Li abbiamo scelti per la loro voglia di rivalsa? Una delle motivazioni è questa, ma non la sola. Cercavamo determinate caratteristiche e in loro le abbiamo trovate. La loro motivazione nello sposare il nostro progetto ha poi fatto la differenza. Zurkowski lo possiamo considerare un figlio di Empoli, lo avremmo voluto riprendere anche prima. Sapevamo di riportare a casa un giocatore che ci avrebbe dato tanto, sia dal punto di vista fisico e tattico, ma anche di senso di appartenenza. Lui ama questo ambiente e si vede in tutto ciò che fa”.
A differenza di Baldanzi, Accardi ha spiegato di non aver voluto vendere Fazzini: “È un giocatore che è molto considerato e che sta crescendo, ma non l’avremmo mai venduto a gennaio, perché pensiamo che debba fare un ulteriore step”.
Infine, il ds dell’Empoli ha commentato l’arrivo di Goglichidze e spiegato la cessione in prestito di Guarino: “Goglichidze è stata un’operazione da Empoli, che nasce tre anni fa quando Levan Mchedlidze ci ha chiamato e ci ha detto che c’era un ragazzino interessante. Quest’anno c’è stata l’opportunità, anche per lo slot disponibile di extracomunitario. Non parla benissimo né inglese né italiano, ma capisce benissimo quello che gli viene chiesto. Bisogna dargli la possibilità e il tempo di crescere, siamo molto contenti di averlo con noi. Per quanto riguarda Guarino, lui ha avuto sei mesi difficili, volevamo che giocasse con continuità e lo abbiamo mandato a Modena. All’interno della squadra abbiamo 2-3 giocatori che possono fare benissimo i braccetti della difesa a tre, quindi non abbiamo ritenuto opportuno intervenire in difesa”.
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