Andrea Abodi, Ministro per lo sport (IMAGO)
Il ministro dello Sport e i Giovani Andrea Abodi è intervenuto per parlare del caso Bove
Il tema della sicurezza degli atleti è sempre più centrale, soprattutto dopo episodi come quello di Edoardo Bove, che ha riaperto il dibattito sulle normative per la tutela dei giocatori.
Intervistato da Il Messaggero, in edicola oggi 1 marzo 2025, il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi ha rilasciato alcune dichiarazioni facendo il punto sulla possibilità di ritorno in campo di Edoardo Bove, in seguito al malore avuto in Fiorentina–Inter del 1 dicembre 2024.
“Lo incontrerò presto, mi fa molto piacere conoscerlo di persona e dialogare con lui. Sul tema che riguarda anche lui, ho spiegato che è fondamentale il parere della comunità medico scientifica: lascio le valutazioni tecniche a chi conosce la materia in un ambito così delicato”, ha dichiarato il ministro ai microfoni.
Anche la Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI) sta lavorando sulle patologie cardiovascolari e l’impatto sugli atleti d’élite, cercando soluzioni per migliorare la sicurezza sportiva. Di seguito riportiamo tutte le dichiarazioni di Abodi.
Proseguendo, il ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi ha dichiarato. “Ci dovrebbe essere un’omogeneizzazione dei protocolli a livello europeo. La FMSI sta facendo un grande lavoro proprio sulla tematica delle malattie cardio-vascolari e sul loro impatto sugli atleti, apprezzato all’estero come dimostrano i complimenti ricevuti all’ambasciata italiana di Londra. Il riscontro della nostra ricerca è stato molto significativo“.
La possibilità di adeguare il protocollo italiano agli standard europei, dunque, è un tema centrale. Attualmente, la presenza di dispositivi cardiaci impiantati impedisce l’idoneità all’attività calcistica professionistica su suolo italiano, una norma che garantisce sicurezza ma che solleva dubbi sulle opportunità per gli atleti.
Queste, dunque, le parole finali di Andrea Abodi ai microfoni de Il Messaggero: “Sarà utile quindi un confronto con il Presidente Casasco e la comunità scientifica per poter capire come garantire la tutela della salute e la pratica sportiva agonistica, con forme sempre più avanzate compresa una maggiore responsabilizzazione dei medici che rilasciano i certificati di idoneità, facendo tesoro dell’esperienza di Edoardo, ma anche di quegli atleti che sono stati meno fortunati di lui: penso a Morosini, Bovolenta e Astori, che sono spesso nei miei pensieri“.
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