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Abete: “Caso Covisoc? Serve tutelare l’autonomia dello sport”

Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Giancarlo Abete, è intervenuto al Gran Galà Adicosp per parlare, tra le altre cose, anche della polemica relativa all’ipotesi dell’istituzione di un’agenzia di controllo economico e finanziario per i conti dei club. 

C’è un comunicato della Federazione, dopo l’incontro che abbiamo fatto tra tutte le componenti“, ha commentato Abete. “Nel comunicato da una parte manifestiamo la contrarierà alla nascita dell’agenzia, dall’altro lato siamo aperti al confronto, nel rispetto dell’autonomia dello sport, che per noi rimane un presidio importante“.

Caso Covisoc, le dichiarazioni di Giancarlo Abete al Gran Galà Adicosp

Poi Abete ha parlato delle ultime novità dell’ordinamento sportivo: “All’interno della Lega Dilettanti c’è una novità data dal fatto che dal primo di luglio 2023 è operativo il decreto 36, la riforma dell’ordinamento sportivo. Questo ha portato al deposito di circa quarantamila contratti di lavoro autonomo, e naturalmente il problema che si pone non sono i principi di questa riforma, che sono condivisibili, bensì gli effetti. Noi siamo fortemente preoccupati, e con noi anche le leghe professionistiche: temiamo che la riforma determini una diminuzione degli investimenti nei vivai, e questo potrebbe avere degli effetti molto critici per il mondo del calcio italiano“. 

Come si muoverà la LND nei prossimi mesi? “Per la Lega Dilettanti c’è la necessità di dare più servizi alla luce della riforma dell’ordinamento sportivo, e delle nuove incombenze; serve un livello di formazione diverso rispetto al passato. Naturalmente a questo punto noi abbiamo due figure, i lavoratori sportivi e i volontari: serve un bilanciamento tra le persone che svolgono queste attività con introiti economici importanti, che legittimano una posizione lavorativa, e quelli che nella gran parte delle categorie basse continuano a svolgere attività di volontariato“. 

Infine un ritorno sul tema Covisoc: “Noi avremo un consiglio federale il 14, oggi c’è stata una riunione dei presidenti delle componenti. Anche da parte del ministro, oltre che da parte nostra, c’è la volontà di approfondire i problemi nel merito. Riteniamo che esistano tante criticità, soprattutto nel momento in cui siamo, cioè a maggio, quando tutto il percorso di iscrizione ai campionati è già scritto. Abbiamo il dovere ma anche il desiderio di tutelare l’autonomia dello sport, come ha rappresentato anche il presidente Malagò nelle sue dichiarazioni“. 

Giuseppe Vignola

Classe 2001, ho sempre pensato che la gioia che può dare il calcio è imparagonabile a tutto il resto. Questa mia tesi, che può sembrare assurda, è stata avvalorata da un premio Nobel, Albert Camus, che disse: “Non c’è luogo in cui un uomo sia più felice che in uno stadio di calcio”. La felicità in uno stadio come tifoso l’ho provata, come calciatore non succederà mai, spero che quella da giornalista sia il mio futuro.

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