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“28 maggio? Emozioni inaspettate: non ero il capitano dei giallorossi, ero il fratello di tutti”. Roma, a tutto… Totti

Ero abituato a fare sempre le stesse cose: sveglia presto, colazione, allenamento. Come una macchina…”. E adesso? Vita da pensionato per Francesco Totti? Assolutamente no… Il “capitano” si mantiene ancora in forma, vive lo spogliatoio e apre a un futuro da allenatore, anche se “non è la priorità”. E’ un Totti che si racconta a 360 gradi quello che si legge nelle pagine del Corriere della Sera. Si parte con un po’ di nostalgia…

“Ero abituato a fare sempre le stesse cose: sveglia presto, colazione, allenamento. Come una macchina. Adesso devo programmare la giornata. L’impatto non è stato semplice. Ho chiesto alla società se potevo ricaricare le batterie per un po’. Avevo voglia di dare un taglio, liberare la testa, godermi i miei figli. Me lo hanno concesso e li ringrazio, così ho potuto cominciare con il piede giusto il nuovo percorso. Sono rimasto nel calcio, che per me è la vita. È tutto. Il mio lavoro resterà sempre nel calcio. Ne sono convinto. Ho la fortuna di poter stare con la squadra, con l’allenatore e con i dirigenti. Divido le partite con loro. Vado sul pullman. Vado in ritiro. Lavoro a 360 gradi. Sono stato calciatore e conosco tutte le dinamiche. So come trattare un giocatore. Dentro lo spogliatoio può starci davvero solo chi ne conosce le parole, gli sguardi, i momenti giusti. Ho questa fortuna rispetto ad altri dirigenti, ho vissuto le dinamiche dello spogliatoio. Ci vado ogni giorno, come prima. Solo che adesso non mi spoglio. All’inizio parlavo da solo, come un matto: sono infortunato, sono squalificato, adesso rientro. Però adesso mi sono abituato”.

Sull’addio al calcio dello scorso 28 maggio: “Così non me lo aspettavo nemmeno io. Qualcosa oltre il calcio. È stato emozionante per il mio sentimento verso di loro e il loro sentimento verso di me. Non ero Totti o il capitano della Roma, ero il fratello di tutti. Le facce della gente, piene d’amore, erano per me. Dirò una cosa che può sembrare brutta, perché la Roma conta più di tutto e l’ho sempre messa davanti a me: di quel risultato, ho capito, non importava tanto alla gente”. Serie tv preferite? “Gomorra, Suburra, Narcos. La tv ormai è questa. Ma chi mi emoziona davvero è Roger Federer. Lo guardo, lo studio, a volte penso che mi somiglia. Che talento! Quando gioca manco suda”. Buffon? Deciderà lui… “A 39 anni puoi giocare meglio che a 22, è questione di testa. Ma in Italia ragioniamo con la carta d’identità. Buffon, quando para, non ha 39 anni”. Sull’assegnazione del pallone d’oro pochi dubbi: “Messi o Cristiano Ronaldo. Però preferisco Messi”. Un rimpianto c’è…”Non aver giocato con Ronaldo, quello dell’Inter. Il mio sogno, ma anche il suo. Ha segnato tanto, ma con me segnava ancora di più”.

Il pentimento: “Balotelli? Lì non c’era bisogno della Var. Era una cosa accumulata da anni, per quello che diceva sui romani. Dai e dai… Comunque è stato brutto quello che ho fatto”. Pronostico scudetto: “Ci sono tre quattro squadre sullo stesso livello, ma qualcosa in più ce l’ha sempre la Juve. Il Napoli? È la squadra più bella da vedere, può vincere lo scudetto se non avrà troppi infortuni. Napoli-Juve? Tifo per il pari, così prendiamo punti a tutte e due. Se lo scudetto non andasse alla Roma? Preferisco il Napoli, per cambiare. A Torino si saranno stancati di festeggiare. A Napoli ci camperanno per altri cent’anni pure loro. Mi piacerebbe uno scudetto al Sud. All’Inter? Eh, no, all’Inter no…”.

Redazione

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