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Data: 15/03/2017 -

"Voglio riconquistarmi Cagliari". I quaranta giorni di Ibarbo, ma in Giappone festeggerà l'Hanami

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"Colombia? In questo momento sto pensando a come riconquistarmi il Cagliari...". Ci ha provato Ibarbo, la missione era difficile. Poco più di un mese per rendersi conto che il suo "sogno" non era realizzabile: 43 giorni per l'esattezza. Da ieri è ufficialmente un giocatore dei giapponesi del Sagan Tosu, la squadra del suo ex allenatore, Massimo Ficcadenti. Appena un mese fa rivelò, nel corso di un'intervista concessa a GianlucaDiMarzio.com, la sua voglia di riscattarsi in Sardegna e di riconquistare il pubblico del Sant'Elia... In realtà non arriverà a festeggiare neanche la Pasqua: il suo obiettivo era rimanere anche nel 2018 e magari strappare un rinnovo.

Il dribbling ubriacante, il tunnel irriverente, e le "sgommate" sulla fascia, anche a Cagliari nessuno si era dimenticato di Victor Ibarbo, proprio di nulla. Neanche del suo addio, nel gennaio 2015, con tanto di beffa... "Quando andai alla Roma ero infortunato ma la voglia di giocare subito era troppa e così ho subito una ricaduta: sono stato fuori tre mesi" - ha raccontato il colombiano il giorno della presentazione - "Era difficile dire di no ai giallorossi. Da allora, dopo l'infortunio al tendine rotuleo, non ho più reso al meglio: è stato un periodo complicato".

La tifoseria sarda si divide, tra chi perdona subito il colombiano, che si mostra pentito "Potessi tornare indietro non accetterei il trasferimento alla Roma...", e chi invece proprio non è riuscito a dimenticare. In realtà Ibarbo da subito parlò di scelta sofferta "Oggi devo lasciare questa città. A Cagliari lascio un pezzo del mio cuore perché ho trovato una grande società, dei grandi tifosi e dei grandi amici...". Questo il saluto del 2 febbraio 2015, dell'attaccante colombiano, che partì da Cagliari dopo 121 presenze e 15 gol. Pochi, questo il principale difetto del "diamante grezzo" trovato in Colombia da Massimo Cellino.

Lo scorso gennaio è tornato in Sardegna, dopo due anni in giro per il mondo. Roma, Londra, Medellin, Atene... "Certi amori non finiscono" dice Venditti, ma a volte non si ha la forza di perdonare. "Il popolo Sconvolts non lo compri con due belle parole, Ibarbo traditore” la scritta apparsa sui muri di recinzione del Sant'Elia. Accoglienza tiepida nel nuovo esordio, il 12 febbraio, in occasione di Cagliari-Juventus: qualche fischio, ma anche diversi applausi. Nella trasferta successiva poteva esserci la svolta: Ibarbo segna a Marassi il gol della probabile vittoria, ma la rete viene inspiegabilmente annullata. Al Sant'Elia scende nuovamente in occasione di Cagliari-Inter e il pubblico fischia al suo ingresso: in realtà oggetto del malumore è l'uscita dal campo dell'idolo Borriello. Victor sfiora anche il gol e i tifosi non lo contestano.

La svolta c'è stata, invece, le settimane successive, ma di mercato. Ficcadenti chiama dal Giappone, il Cagliari decide per il sì e convince Ibarbo. Motivi? Per Rastelli "chiedeva un posto da titolare ma non era ancora pronto". Per altri il pesante ingaggio, che dopo la fine del prestito biennale alla Roma era a carico dei sardi. Per altri ancora una serie di combinazioni. A un mese di distanza le promesse di riscatto e di amore, forse eterno, sono già un lontano ricordo. Come la prima rete in rossoblù. Era il 4 dicembre 2011: slalom speciale. Ibarbo salta dalla linea del fondo Legroattaglie, Spolli e Andujar e appoggia in rete: gol da stropicciarsi gli occhi. Adesso saranno a mandorla...




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