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Data: 29/01/2017 -

Tripletta, tre punti e tanta speranza: il ‘Falci show’ illumina Crotone

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Prima sbaglia, poi spacca. In senso buono. Anzi, buonissimo: benvenuti al Falci show. Tutti per uno, uno per tutti. E per tre. Sì, tripletta e via. Diego Maradona? No, Falcinelli. Il faro luminoso nel largo di Crotone. Che adesso è un mare meno burrascoso. ‘O vinciamo, o vinciamo. Come se fosse una finale’. Così l’attaccante aveva dichiarato in settimana alla TV dei rossoblù. Detto, fatto. Perché l’Empoli è andato in pasto agli squali. Animali assetati, col sangue negli occhi. Guidati da un grande capobranco. Un ragazzo di 186 centimetri, col numero 11 sulle spalle. Uno preciso. Determinato. Soprattutto nel secondo tempo, quando di solito il Crotone crolla. Ma oggi no. Poco importa lo spreco su servizio dell’ultimo Palladino. Perché Dieghito non si abbatte. E anticipa tutti sulla punizione di Barberis: capocciata e vantaggio. Attenzione poi, minuti finali. Pericolo? No, niente punti persi. Ci pensa solo Falcinelli. Altri due gol, entrambi nel recupero. Prima su rigore. E questa volta non litiga con il compagno di banco Trotta. Easy: prende la palla e la butta dentro. Poi ne fa un altro: sinistro a giro dopo dialogo con Rohden. E tanta speranza: ‘Sì Palermo: stiamo arrivando’.

Decisivo, a modo suo. Sfumature di Falcinelli. Statistiche e numeri double face. Falci, infatti, nelle prime 19 partite stagionali, era il giocatore con più duelli aerei ingaggiati in Serie A. 142 in totale. ‘Bene, no?’ Insomma, perché su 142 elevazioni ne ha perse 99. Gli manca la testa. Non per il carattere, quello è doro. Ma per far esplodere Crotone. Toh, arriva l’Empoli. Capocciata e via. Anche con il fondamentale mancante. Perché Diego il fiuto del gol lo ha sempre avuto. Assieme ad un carattere dolce. Come un Bacio Perugina. Sì, quelli della sua terra. L’Umbria. ‘Pazzo di una Dea, la mia bambina’. Ragazzo e uomo, sempre al 100%. Dal Pontevecchio all’Inter. Allievo Nazionale nerazzurro, campioncino di categoria. Perché lo si nota subito, uno così. Lo sa bene il Sassuolo, che da 7 anni se lo coccola. Prima l’ha mandato in giro: dalla Serie D alla B. Con il Lanciano e il Perugia, nel 2015. Dove arrivano gol veri. Prestazioni da jolly. Tuttofare. E Di Francesco lo chiama. Subito in rete all’esordio in Coppa Italia. Destino. “Perché Diego lega con l’ambiente, si sbatte per tutti”. Parola di Patrick Bastianelli, procuratore e amico dell’attaccante classe 1991.

Falci si fa volere bene. “Di Francesco non era contento che me ne andassi. Il mister aveva tanti attaccanti. Ma io volevo sentirmi importante”. Sempre in A, a Crotone. In prestito per esplodere. Con l’amico Trotta. A volte rivale di reparto. Pieni di voglia tutti e due. E con qualche frizione da dischetto. Ricordate? Sorrentino aspetta il battitore. Chi tira? Alla fine Diego assiste. Deluso e con l’amaro in bocca. ‘Ma tanto non è da questi particolari che si giudica un campione’. E oggi sono arrivati anche gli 11 metri, i suoi. Da salvatore e uomo squadra. Sì, salvezza. Un obbiettivo sempre nel mirino. “Guarda caso, da piccolo, volevo fare il poliziotto. Mi affascinava la divisa. Amo aiutare le persone”. E ora quel ragazzo dà una forte mano ai suoi compagni. Quelli dalla divisa rossoblù. E con una sola missione: salvare il Crotone.



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