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Data: 16/03/2018 -

"Sveglia, sono le 4!". Poi l'Arsenal e il sogno Bale. Micovschi, il giovane talento con il Genoa nel cuore

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"Genova, ti amo" aveva postato sulla propria pagina Facebook. Con la faccia sorridente e l'emozione di chi aveva appena concluso il primo allenamento con i campioni della prima squadra. Novembre 2015, un mese che Claudiu Micovschi non dimenticherà mai. Dal Diosig Phoenix al Genoa, dagli insegnamenti di Cristian Lobont ai consigli di Gasperini, da un comune di nemmeno 7 mila abitanti ai passaggi con Perotti e Suso. Non male per uno che ha iniziato a giocare anche piuttosto tardi, a nove anni. Di lì una corsa continua, per recuperare il tempo perduto.

Tanto da mettere la sveglia alle quattro di mattina, tutti i giorni, perché qualche palleggio prima di andare a scuola non glielo levava nessuno. Un sogno, anzi due: debuttare nella Romania Under 21 e giocare nel Real Madrid con il suo idolo di sempre, Gareth Bale. Un'ala come modello, nata terzino prima di segnare valanghe di gol. Come lui, d'altronde. L'unica differenza è che Claudiu gioca a sinistra e ha qualche anno in meno rispetto al gallese. Classe 1999, tutta una carriera ancora davanti a sé. E un Torneo di Viareggio per lanciarsi definitivamente.

Lo ha iniziato alla grande, due gol e un assist nelle prime due giornate. Genoa a sei punti, primo nel suo girone e già qualificato agli ottavi. In campionato la musica è la stessa. Claudiu segna undici reti e la sua squadra vola in piena zona playoff. L'Italia nel destino, con il Chievo che, dopo aver vinto lo Scudetto Primavera, decide di metterlo alla prova nel febbraio del 2015. Dura solo cinque mesi, però. Poi il ritorno in patria, con la famiglia desiderosa di abbracciarlo. A lei la dedica dopo il primo gol segnato con la maglia del Genoa. A lei, anni prima, il duro compito di consolarlo. Si, perché l'Arsenal lo porta con sé ad un torneo, ad Augusta. Poi, però, lo boccia.

A Londra ci andrà il suo compagno di Nazionale Vlad Dragomir. Lui, invece, fa come George Puscas che, seguito dagli inglesi, si trasferì poi in Italia, all'Inter. Dalla Primavera all'esordio in A, da dedicare a chi lo ha sempre sostenuto ma anche a chi non ha creduto nelle sue potenzialità. "In tre anni ce la farò", disse nel giorno della firma del contratto. Limite massimo il 2018, appunto. Chissà se Ballardini, verso la fine della stagione, gli concederà questa possibilità. Lui, dal canto suo, ce la sta mettendo tutta. Con la sua duttilità e un mancino che strappa applausi. La fascia l'ha indossata, simbolo di una città che gli è entrata nel cuore. I derby con la Samp, infatti, lo accendono come se fosse genoano da una vita.

Quest'anno l'ha buttata fuori dalla Coppa Italia, con il gol del 2-1 a dieci minuti dalla fine. Chissà, magari un giorno potrà esultare sotto la gradinata Nord. Magari un giorno sarà l'ennesimo prodotto di un vivaio che, negli ultimi anni, di talenti ne sta sfornando eccome. Da Perin a Mandragora, passando per Sturaro, Cofie e... Claudiu Micovschi. Dalla Romania all'Italia, quasi 2000 chilometri di sogni e ambizioni. Dal rimpianto Emirates a Marassi, perché l'importante è non arrendersi mai.



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