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Data: 25/03/2017 -

"Spesso giocavo a centrocampo, me la cavavo...". E invece Buffon fa 1000 in porta: una carriera da numero uno

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"Fin da quando mi divertivo in pineta con i miei amici, a 6 anni, sapevo che il mio sport sarebbe stato il calcio. Spesso giocavo a centrocampo, non me la cavavo male...". Alla fine ha scelto di giocare in porta e ieri, contro l'Albania, SuperGigi Buffon ha messo alle spalle un altro record. Ventidue anni dopo quel lontano Parma-Milan del 19 novembre 1995 si può dire che anche tra i pali se l'è cavata piuttosto bene... Per molti non ci sono dubbi: Gianluigi Buffon è il miglior portiere della storia del calcio. Per la Fifa è sicuramente il miglior portiere del ventunesimo secolo. Per gli italiani qualcosa di più di un semplice portiere: un mito, una leggenda, un monumento. Chi sì è scordato le notti magiche di Germania 2006? Chi ha reso possibile quel sogno, unendo una Nazione intera? I gol di Inzaghi, Toni, Materazzi, Totti, Gilardino, Del Piero, Grosso, il carisma di Cannavaro, il cuore di Gattuso, ma soprattutto i guantoni di Gigi Buffon.

Centosessantotto volte felici di vederlo in Nazionale. A livello di club? Ha vinto qualcosina anche lì... Gigi ha prima contribuito a rendere grande il Parma, suqadra con la quale ha vinto una Coppa Uefa e la Coppa Italia. Poi è passato alla Juventus, club con il quale anche oggi continua a scrivere la storia. Buffon è diventato lo juventino con più minuti giocati della storia della società bianconera, battendo il precedente record di "sua maestà" Alex Del Piero, fermo a 48867. Beh, poi ha vinto qualcosa come sette scudetti... Alla "tenera" età di 39 anni Buffon dimostra in bianconero di essere ancora il "numero uno dei numeri uno". Qualcuno ha dubbi? Chiedete all'estero cosa pensano del nostro portierone.

Fuori dal campo? Semplicemente Gigi Buffon. I suoi sorrisi, le sue battute, il carattere genuino lo hanno sempre contraddistinto. Esuberante ma mai fuori dalle righe, carismatico e trascinatore, ma senza mai la necessità di parlare troppo per farsi seguire. In campo esempio di correttezza e sportività, non è mai mancata una strizzata d'occhio o una pacca sulla spalla per tutti gli avversari, anche per chi magari riesce a fargli gol. Le "papere" (eh sì, capitano anche a lui!) si contano sulle dita di una mano, mentre delle parate da "maestro" si è perso il conto. Ventidue anni fa, dicevamo, il suo esordio: "Quel giorno - raccontò tempo fa Buffon - Non sono stato ritratto nella foto ufficiale perché ero già andato verso la porta. Non ero abituato a farla, nella Primavera non si usa. Mi ricordo tante belle sensazioni. Soprattutto la prima parata, un’uscita alta, gli applausi dei tifosi, quasi di liberazione".

Ma chi fu a farlo esordire in serie A? Nevio Scala, che ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com accettò ben volentieri di parlare del suo allievo. "Una settimana fu sufficiente per vedere che si trattava di un ragazzo di straordinarie qualità. Lo allenammo per tre giorni e poi nel fine settimana presi la decisione. Mi confrontai con Enzo Di Palma, allora preparatore. Luca Bucci si fece male. 'Enzo ma hai visto le stesse cose che ho visto io?' - e lui – ' E' un ragazzo con delle qualità straordinarie, è superiore a tutti i suoi compagni'. Lasciai il discorso lì, ma dentro di me presi già la decisone di farlo giocare. Al sabato sera, mentre facevo il solito giro delle camere per vedere se tutti stavano dormendo mi avvicinai a lui e gli dissi: 'Gigi, se domani ti faccio giocare tu cosa ne pensi? '- e lui rispose – 'Mister, che problemi ci sono?'. Di colpo smontò tutte le mie preoccupazioni, anche se un po' di tensione c'era. Far esordire in porta un ragazzo di 17 anni nella serie A di quei tempi era impensabile".

E invece..." E invece mi diede una risposta straordinaria, giocò una partita incredibile contro il Milan e da lì è nato Gigi Buffon. Sarebbe nato lo stesso, non voglio dire che il merito è di Nevio Scala. Probabilmente sarebbe esploso lo stesso, qualche anno dopo, ma in quel momento fu una scelta istintiva, naturale, che poi è stata ampiamente premiata". Si sarebbe aspettato una carriera del genere? "Sì, certamente. Io poi lasciai Parma e quindi Gigi nelle mani di altri miei colleghi che lo adottarono subito come primo portiere e lui ha sfruttato l'occasione nel migliore dei modi. Ma si vedeva chiaramente che sarebbe diventato un grande. Che poi diventasse così forte e importante forse in pochi avrebbero potuto prevederlo, perché il mondo del calcio è pieno di insidie, infortuni e coincidenze. Però lui è stato bravo anche in questo, è un ragazzo intelligente che ha sfruttato le grandi qualità di cui è dotato".

Il nostro sospetto trova ulteriori conferme... E' il più forte di tutti? "E' stato furbo, scaltro ed è arrivato in cima. Lui è stato ed è tuttora il più grande portiere del mondo. Logico che se facciamo paragoni con il calcio di un tempo si parla quasi di sport diversi. Prima il gioco era più lento, più prevedibile e a maggior ragione, dato che oggi è tutto più veloce e ti tirano in porta da qualsiasi posizione, considero Gigi il più grande portiere di tutti i tempi". Un nuovo record è stato frantumato e altri sono vicini a dispetto di quanto dichiarò Buffon: "A 40 anni non ci arriverò mai come giocatore, è troppo stressante, una tensione continua, ogni settimana devi sempre ricominciare da capo e quello che hai appena fatto non se lo ricorda già più nessuno". Ti sbagliavi due volte Gigi. Ci sei vicino e difficilmente qualcuno si dimenticherà di tutto quello che hai fatto.



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