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Data: 21/02/2018 -

Spalletti, tra futuro e mercato: "Lavoro per restare all'Inter il più a lungo possibile. Addio Icardi? Non ama cambiare senza aver lasciato il segno"

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Da una parte i voti, le esperienze del presente e del passato. Dall'altra, l'analisi sui top player attualmente allenati e sul futuro, soffermandosi anche su temi extra colori nerazzurri. Nella seconda parte della lunga intervista concessa al Corriere dello Sport, l'allenatore dell'Inter Luciano Spalletti ha avuto modo di svariare sui singoli, partendo da Rafinha e finendo al duo Perisic-Icardi: "Rafinha chiama “fratello” ogni compagno e già questo è esempio da seguire. Ma è soprattutto quando passa loro palla che li tratta da veri fratelli. La qualità dei suoi passaggi è la dimostrazione di quanto sia capace di far migliorare l’Inter. Perchè Icardi dovrebbe restare? Perché la maglia a righe gli sta meglio rispetto alle altre di PSG, Manchester United e Real Madrid, che sono tutte a tinta unita. E poi, avendolo conosciuto, è il carattere della persona a fare la differenza: lui non è di quelli che amano cambiare senza aver lasciato il segno a livello di squadra. Per Perisic vale lo stesso discorso fatto per i centrocampisti: il calo e le difficoltà di queste ultime settimane riguardano tutta la squadra. Poi è ovvio che parlando di uno dei calciatori in grado di fare la differenza, la situazione di Perisic possa sembrare più evidente e problematica rispetto a quella di altri giocatori".

Tra un pranzo con la dirigenza e gli obiettivi futuri, poi, Spalletti ha proseguito così: "Partiamo dal presupposto che non attacco mai nessuno, difendo sempre la squadra. A pranzo ci abbiamo scherzato sopra e, visti i miei ultimi risultati, loro hanno detto che se aspirassero ad allenare una squadra, quella dovrebbe essere la mia. Ho una conoscenza profonda delle persone che compongono questa società e posso dirvi che l’unico loro obiettivo è il bene dell’Inter. La mia frase sul futuro e sul fare i conti a fine stagione? A fine anno si fanno gli “inventari” in tutte le aziende e vengono fuori i numeri e le analisi che possono far cambiare idea a chiunque. Lavoro ogni giorno con il massimo impegno per poter restare all’Inter il più a lungo possibile, magari raggiungendo anche qualche risultato importante. Riusciremo a colmare il gap con Juve e Napoli quando avremo la stessa continuità di risultati che per il momento è molto differente. Il tempo è come un elastico che si accorcia e si allunga. La competenza professionale, insieme a un livello di sforzo e di lavoro continuativo fuori dal comune, è l’ingrediente che separa la realtà dal sogno".

Potrebbe passare dall'essere nerazzurra ad azzurra, invece, la prossima panchina di Spalletti? Questa la risposta sulla possibile nomina a ct: "Il mio futuro è sempre quello che sto vivendo e la squadra che sto allenando. Difficile raggiungere obiettivi se non sei dentro anche al tuo futuro. Quindi il mio futuro in questo momento è riportare l’Inter in Champions. L'uomo giusto per la panchina dell'Italia è Ancelotti. Ha il tutto che piace a tutti. Gattuso invece non lo conosco come allenatore, ma gli faccio i complimenti per quello che sta facendo. Come persona è sicuramente simpatica e diretta. Sulla bravura degli allenatori toscani, per rispondere, bisogna tornare indietro di una decina di anni quando la mappa calcistica toscana raccontava di tante realtà come Fiorentina, Siena, Livorno, Pisa, Empoli, Massese, Carrarese, Arezzo, Pistoiese, Prato, Lucchese, Pietrasanta, Cuoiopelli, Rondinella, Viareggio…, squadre che hanno permesso a tanti tecnici di fare esperienze determinanti per la loro carriera. E poi non possiamo dimenticare la scuola di Coverciano che è un’eccellenza del nostro Paese: da lì sono usciti tutti i grandi allenatori del calcio italiano".

Chiusura con un sogno particolare su tutti: "Il mio sogno da tecnico è poter giocare una partita a scopa su un aereo con il presidente della Repubblica nel viaggio di ritorno dopo aver vinto una finale". Desiderio di felicità made in Spalletti, alla ricerca di nuovi sorrisi nerazzurri e di un futuro in cui potersi togliere, ancora, tante soddisfazioni...



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