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Data: 26/03/2017 -

Semaforo verde: inizia il campionato di Formula Uno. E quella volta che Schumacher comprò Podolski...

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“Svegliati, stanno facendo il giro di ricognizione”. Melbourne, ore 6.55 italiane. Un papà, con dolcezza e decisione, sveglia suo figlio. E’ una domenica di marzo, ma non una qualsiasi. E’ così da vent’anni ormai, un rito profano tra di loro. Sono a casa, in Italia, ma la loro testa è in Australia, dove sta per cominciare il primo gran premio di Formula Uno della stagione.

Per chi è cresciuto nei primi anni duemila il binomio F1 e calcio è un classico. Una normale domenica prevedeva, dopo pranzo, l’inizio del Gran Premio alle due, per poi cambiare canale alle tre con le partite di Serie A. Se però la tua scuderia o il tuo pilota preferito si giocava almeno il podio, cambiare canale era sacrilegio. Si doveva aspettare la fine della gara.

I primi anni duemila sono stati l’apice della Formula Uno moderna, con il dominio della meravigliosa Ferrari guidata da un tedesco, che per anni ha fatto sognare i tifosi italiani: Michael Schumacher. A farne le spese del dominio rosso, la McLaren di Hakkinen, a sua volte grande pilota finlandese. Ma come dimenticare la Williams di Montoya, o la BAR Honda di Jacques Villeneuve, oppure la Jaguar di Eddie Irvine? Scuderie storiche, che non esistono più e che sono state rimpiazzate dai colossi Mercedes o Red Bull.

Il calcio però c’entra eccome. C’è chi tifa una squadra o chi semplicemente ama giocarci. A cominciare da Schumacher, che fino al tragico incidente del 29 Dicembre 2013 è stato uno dei più grandi (e forti) giocatori della Nazionale piloti, che ogni anno disputa una serie di match per scopi benefici.

Schumacher tifa per il Colonia, città in cui proprio quest’anno verrà allestita una mostra sul sette volte campione del mondo. E non finisce qui, sì perché “Schumi” ha persino contribuito economicamente all’acquisto di Podolski nel 2009 dal Bayern Monaco. Il Colonia fece una “colletta” per racimolare un milione di euro utili a perfezionare il trasferimento e chiese ai propri tifosi un contributo economico. Da buon tifoso, Schumacher mise a disposizione 875 euro, necessari per comprare 35 dei 40mila megapixel della foto immaginaria di Podolski. Completando la foto, il milione fu raggiunto. A fine anno l’attaccante tedesco si trasferì a Colonia per la felicità di Schumi e tifosi.

Sono tanti i piloti appassionati di calcio. A cominciare da Alonso, che supporta il Real Oviedo e il Real Madrid, o Vettel, che invece tifa per l’Eintracht Francoforte. C’è anche chi ha investito nel calcio. Come Flavio Briatore che, insieme all’ex padrone della Formula Uno Bernie Ecclestone e al magnate indiano Lakshmi Mittal, comprò il Queens Park Rangers durante la stagione 2007-2008 come azionista di minoranza. Una passione, ma anche un business. L’avventura di Briatore nel calcio finì nel 2011 con la cessione delle quote di minoranza all’imprenditore malese Tony Fernandes, che nel 2010 fondò la scuderia Caterham, la quale però ha smesso di correre nel 2014.

Calcio e Formula Uno, un binomio che va avanti da anni. Oggi non ci sono più gli Schumacher, i Montoya, gli Hakkinen, ma ci sono Vettel, Hamilton e Alonso. La sostanza, per ora, non cambia. Domenica mattina, alle 6.55, lo stesso padre sveglierà suo figlio. Il Gran Premio d’Australia sta per cominciare, il semaforo rosso sta per diventare verde e loro saranno sul loro divano, ancora una volta.



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