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Data: 25/06/2017 -

"Romano e romanista, idolo Totti. Ma ho San Marino nel cuore...". Selva, il re de La Serenissima si racconta

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"San Marino? Un pezzo di cuore". A parlare è lui, il mito, Andy Selva recordman di presenze e di reti con La Serenissima: 74 presenze e 8 gol. E ancora non è finita, perché Andy prepara il ritorno, magari da festeggiare con un'altra rete, in quello che sarà il saluto del simbolo della Nazionale di San Marino. Selva è nato a Roma, scelta curiosa quella di optare per la piccola Repubblica: come mai? Siamo andati a chiederlo direttamente all'ex bomber di Sassuolo e Spal, tra le altre. "Facile" - attacca Andy con un sorriso - "La scelta è nata perché mia madre è di San Marino e quindi avendo doppio passaporto ho deciso di optare per la loro Nazionale. Il calcio è una passione da sempre coltivata in famiglia. Mio zio e mio nonno erano calciatori, seppur a livello dilettantistico e quindi ci ho messo poco ad avvicinarmi a questo sport. In casa si parlava sempre di calcio, si guardavano tante partite e così mi ritrovai di colpo con un pallone sotto il braccio. L'amore per la Roma ha fatto il resto.Mi iscrissero al Tor Tre Teste, che a Roma ha uno dei migliori settori giovanili, e da lì è nato tutto. Idolo? Me lo chiedi pure? (ride) Francesco Totti, non può che essere lui".

Lunga carriera la tua, ben sedici club diversi, quale ha lasciato il segno? "Mi sono trovato molto bene un po' in tutte le squadre in cui ho giocato. Però a Ferrara, a Sassuolo e a Verona ho vissuto le stagioni più importanti da un punto di vista sportivo, culminate con due promozioni: con la Spal la sfiorammo. Anche a Padova mi trovai molto bene, ma i risultati sul campo non ci premiarono". E in due di queste avventure ha incrociato il primo Allegri... "L'ho avuto sia a Ferrara che a Sassuolo, e con ineroverdiabbiamo coronato il sogno di una società che non era mai stata in serie B. Sicuramente Allegri è stato l'allenatore più importante, visto poi dove è arrivato: si capiva in partenza. La sua qualità migliore? Riesce sempre a leggere le situazioni in anticipo e ciò permette di gestire al meglio le difficoltà.Ma ne ho avuto tanti altri bravi".

Ai club vanno aggiunti quasi vent'anni di Nazionale: il campione più forte affrontato? "Di signori del calcio ne ho incrociati tanti. Tra questi, se proprio devo fare un nome, dico Rooney, campionissimo in campo e anche esempio fuori". L'opportunità mancata? "Ne ho avuto diverse nel corso degli anni, ma sono stato condizionato dal mio carattere, che da una parte è stato una forza e dall'altra un limite. Non rinnego niente, ho fatto una discreta carriera e ora sono soddisfatto: adesso mi diverto a trasmettere i fondamentali del calcio ai ragazzi. Sicuramente non è facile fare il calciatore a San Marino. Molti ragazzi lavorano e per allenarsi e giocare devono sacrificare gli spazi dedicati alla famiglia e alle amicizie. Le Nazionali ti portano via tantissime energie fisiche e mentali e questi giovani andrebbero soltanto applauditi, anche se molto spesso vengono criticati: molti sostengono che non dovrebbero partecipare alle Qualificazioni. Io non sono di questo avviso: il calcio è bello anche per questo. La Fifa e la Uefa gradiscono la nostra presenza e noi pur essendo 30 mila non cerchiamoscorciatoie. Non regaliamo passaporti a nessuno, prassi praticata da altri Paesi e ne andiamo orgogliosi".

E se ti capitasse di incrociare Thomas Muller in vacanza che gli diresti? "Speriamo che non abbia icalzini bianchi sotto i sandali... (ride). Scherzi a parte, un'uscita infelice la suae si è subito reso conto. Quando siamo andati in Germania non si sono scusati, ma allo stesso tempo non hanno dato seguito a quello che era accaduto. E' stata la frase di un campione che gioca ad altissimi livelli ed era un discorso più generale, non si riferiva in particolare alla nostra Nazionale". A proposito di San Marino, gol più bello? "Ogni gol per me ha un significato particolare e uno spazio nei miei ricordi: non ce n'è uno più bello di un altro. Chiaramente la rete contro ilLiechtensteindel 2004 ci ha dato i tre punti e quindi è un po' da tutti considerataspeciale. Ma ad esempio ricordo con piacere anche i tre gol con il Belgio: sono considerato la loro bestia nera. Sono contento di aver fatto questo record e riservo a tutti uno spazio nei miei ricordi più belli".

Da capitano, che discorsi si fanno prima di affrontare squadre nettamente più forti? "Cerco di trovare sempre le parole giuste per tenere alto il morale dei ragazzi. Una squadra come la nostra non deve mai perdere di vista la sua dimensione, anche se accettare un passivo di 6-7 o 10 gol, in certi casi, non è assolutamente semplice. Può capitare anche ai super campioni, come il Brasile del 2014: per loro è l'eccezione. Noi, invece, partiamo sempregià sconfitti, questa è la dura realtà e dobbiamo allenare anche l'aspetto mentale, cosa non facile".L'Islanda è un modello anche per voi? "Quella dell'Europeo certamente sì, può essere un punto di partenza. Ma parliamo sempre e comunque di una Nazione molto più grande della nostra. A San Marino siamo in 30 mila ed è difficile trovare i ricambi giusti e lavorarci su. Tra i dilettanti è difficile dedicare tanto tempo per lavorare sul calcio".

Addio alla Nazionale? "Ancora non l'ho dato, sto cercando di recuperare dal grave infortunio per fare un'ultima partita. Per me San Marino rappresenta un pezzo di vita e tante belle cose. Spero che l'addio arrivi entro la fine del biennio, ma certamente lasciare un qualcosa così sentito e vissuto non sarà semplice. Poi mi dedicherò ancora di più ai miei bambini, Christian e Mattia,che si stanno approcciando al calcio. Mi piace molto dedicargli attenzioni e accompagnare la loro crescita, ma in silenzio, senza dargli consigli. L'unica cosa che può fare un genitore in questi casi è affidare i propri figli all'allenatore giusto". Sei scaramantico? "No, ho sempre cercato di concentrarmi sul campo e su me stesso, trovare la concentrazione e gli stimoli giusti ponendo obiettivi. Mi piacemettermi in competizione, tanto basta, non ho bisogno di altri "appoggi" ".

Con il La Fiorita, invece, è già ora di tornare in campo. Avversario il Linfield, storico club nordirlandese, con 131 anni di storia e 52 titoli:"E' la seconda volta che raggiungiamo ipreliminari. In quattro anni al La Fiorita ho fatto due Europa League e due Champions, credo che sia una delle società più gloriose di San Marino: ha raggiunto sei volte di fila l'Europa. Ti fa provare una bellissima sensazione e cercheremo di passare il turno. Con noi ci saranno ancheAdrian Ricchiuti e Damiano Tommasi, che ha anche fatto gol al Vaduz due stagioni fa. Abbiamo raggiunto accordi importanti anche con altri giocatori, comeMiglietta, che la scorsa stagione giocava con il Parma. Cercheremo di farci valere, i preliminari sono alla nostra portata".

Futuro? "Io aspetto una chiamata da qualche società prima di appendere le scarpette. Mi piacerebbe allenare in qualche campionato professionistico, perché ci ho fatto quasi tutta la carriera:vorrei guidare una squadra ambiziosa. E se proprio non dovesse arrivare un'offerta accetterei volentieri anche un ruolo da collaboratore". Ma a 41 anni sono discorsi prematuri per Andy Selva, l'idolo di San Marino



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