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Data: 14/01/2018 -

Quando il padre è troppo o... troppo poco. Da Enzo Zidane a Virgil van Dijk, 5 maglie senza cognome

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C’è stato un tempo, e nemmeno troppo lontano, in cui sulle maglie da gioco c’erano solo i numeri. 1, 2, 3… e così via. A metà degli anni ’90 poi, almeno in Italia, ecco la svolta: giusto scrivere il nome di chi la indossa. Con una precisazione antica quanto lo stesso calcio: “La cosa importante, è il nome davanti alla maglietta, non quello dietro”. E di storie di maglie e calciatori, ne esistono di tutti i tipi. Basta accendere la tv per trovare esempi su esempi. Kevin Prince-Boateng che porta solo ‘Prince’, Aguero che accosta al proprio nome ‘Kun’ per quel soprannome – ripreso da un cartone animato giapponese – affibbiatogli da piccolo, Javier Hernandez che sceglie, praticamente per lo stesso motivo, ‘Chicharito’. Eppure, dietro alla scelta del nome da mettere sulla maglietta possono esserci storie difficili o eredità troppo pesanti. Andiamone a scoprire 5.



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