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Data: 19/10/2016 -

Prandelli: "Valencia già mi emoziona, non vedevo l'ora di ricominciare. Napoli? Contatti con DeLa"

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Una nuova avventura, la seconda all'estero per Cesare Prandelli. Valencia la sua nuova casa, che gli ha già regalato la gioia dei tre punti, nella trasferta di Gijon. 1-2 che contiene messaggi confortanti, in una piazza che ha bisogno di tirare su la testa dopo anni difficili. Ma il senso di appartenenza, quello, non è mai mancato. E lo si capisce anche da un retroscena, che lo stesso Prandelli ha raccontato durante "L'Originale" su Sky Sport: "Dopo la trasferta di domenica siamo arrivati tardissimo, qui alla Ciudad Deportiva. Scesi dal pullman abbiamo visto illuminarsi le stanze dei ragazzi delle giovanili, che hanno voluto aspettare la squadra e accoglierla cantando e festeggiando. Una grande emozione, un senso di appartenenza forte. Iniziativa spontanea davvero bella".

"Napoli? Stimo Sarri, così come Gabbiadini. Manolo mi sta a cuore, l'ho fatto debuttare in nazionale. Il suo ruolo non saprei dirlo nemmeno io, l'ho messo da punta centrale, ma poi ha giocato da esterno e da seconda punta. Ha avuto una leggera crisi da quel punto di vista, anche perchè, diciamolo, non è normale che se ne parli da sei anni. Potevo andare in panchina Napoli dopo gli Europei, ma ormai avevo rinnovato con la Nazionale. Ho avuto contatti con De Laurentiis, cercavano un allenatore e mi avevano fatto una bella proposta. Ma è ormai passato, ora si è aperta un'altra porta"..

Sulle differenze tra calcio italiano e spagnolo: "In Italia c'è una pressione forte, qui sono rispettosi. E c'è cultura del gioco, non del risultato. Dopo anche una serie di sconfitte mi raccontano che la gente continua ad amarti, sempre con rispetto. Da anni sono convinto che dobbiamo avvicinare la gente al calcio, confrontandoci con le persone. Oggi giocatori e dirigenti tendono ad allontanarsi dalla vita di tutti i giorni, normale che poi magari questo distacco si trasformi in astio. Valencia è una città che accoglie bene le differenze culturali, la gente ama vivere qui. La panchina mi mancava, ma non voglio parlare ora di progetto. Voglio solo parlare di calcio, anche con la dirigenza qui a Valencia. Sono andato dal presidente a Singapore anche per discutere di questi aspetti, e ho avuto l'appoggio totale. Abbiamo giocatori interessanti e giovani, mi piace".

E sabato il Barcellona: "L'ultima volta contro Suarez fu durante i Mondiali di Rio, quella volta del morso. Tra tre giorni lo incontreremo ma non ho nessun tipo di pregiudizio nei suoi confronti. Preparare una partita così non è facile, non puoi fermare il talento, solo ostacolarlo. Bisogna solo essere preparati a cogliere i momenti di debolezza degli avversari. Balotelli? Dipende da quello che vuole fare, sono convinto possa essere tra i più forti del mondo. Ma deve cambiare negli atteggiamenti e nella dedizione. L'impressione è che tante volte abbia un'idea diversa della sua professione. Credo possa essere considerato tecnicamente uno dei più grandi, ora sta a lui".




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