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Data: 04/12/2016 -

Perez Moreno, a Borgosesia c'è il "Borja Valero di serie D" : "Innamorato dell'Italia. Idolo? Zidane"

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Classe cristallina, tecnica e carisma, anche la serie D ha il suo Borja Valero. Guillermo Perez Moreno è un "mago" in campo, ma, come lo spagnolo dei viola, anche fuori dal rettangolo verde si rivela subito un personaggio. Simpatico, chiacchierone, intelligente, il centrocampista spagnolo è innamorato dell'Italia e pur di giocare da noi ha accettato anche la serie D.

"E' una storia particolare" - racconta Guille ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - "Tutto è nato dalla mia grande passione per l'Italia. Ho investito sul Lago D'Orta, comprando un terreno e solo dopo è nata l'idea di giocare qui. Firmare per il Borgosesia mi ha permesso di far coincidere il mio progetto di vita con la mia grande passione, giocare a calcio. Non ho scelto la serie D per necessità, ma per continuare a fare quello che mi piace". E lo fa alla grande. Domenica scorsa doppietta, si prova lo stesso gusto a segnare in serie D? "Giocare a calcio deve essere gioia, allegria e segnare è un momento di felicità particolare. Questo vale in qualsiasi paese, Italia, Spagna, Grecia e in qualsiasi categoria. Ho segnato nella B spagnola, nella serie A greca e ho provato sempre le stesse emozioni di domenica scorsa. Sono felice per la mia doppietta. Ma, più in generale, sono felice in Piemonte, gli abitanti di Borgosesia mi hanno fatto sentire subito uno di loro. Il modo di ragionare, di vivere, le abitudini mediterranee. Spagnoli e italiani sono molto simili, è stato facile".

Livello della serie D? "Sicuramente inferiore a quello delle altre categorie italiane e a quello dove ho giocato per anni, Serie A greca e serie B spagnola. Ma è buono, per essere la quarta categoria italiana è apprezzabile". La posizione e il carisma sono gli stessi di uno spagnolo più illustre: "Ho capito di chi parli! (ride) Borja Valero per me è un riferimento da sempre, già da quando giocavo in Spagna. Giocatore fortissimo, ha carisma, tecnica e grande senso della posizione. Ma più che il giocatore, che ormai conoscete e apprezzate tutti, mi piace sottolineare l'uomo. Borja è una bellissima persona e tutta Firenze se n'è accorta. E' un modello, uno specchio dove guardarmi".

Gullie, hai passato parte della crescita a Valencia con il napoletano Raoul Albiol, cosa ci racconti di lui? "Abbiamo fatto parte delle giovanili del Valencia nello stesso periodo, vivevamo nello stesso convitto. Un ragazzo intelligente, simpatico, buono e sono molto contento della carriera che ha fatto. A volte, partendo dallo stesso punto, alcuni prendono la strada giusta, altri quella più complicata, ma la vita è così e non sono geloso. Sono felice per ciò che Albiol è riuscito a fare: è un grande difensore, pilastro del Napoli". David Villa? "L'ho sfiorato. Quando lui andò a giocare nel Valencia io passai proprio allo Sporting Gijon. Non ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, ma quello che ha fatto in carriera parla da sé: siamo parlando di un giocatore di livello mondiale".

Quali erano i tuoi modelli da ragazzo? "Un paio. Il più grande in assoluto per me è Zinedine Zidane: classe, tecnica, carisma. Se ha vinto tutto ci sarà un perché? Poi Santi Cazorla, il giocatore dell'Arsenal, che oltre alla tecnica abbina il dinamismo. Squadra del cuore? Non ne ho... quella per la quale gioco (ride di nuovo) ". Cosa ricordi del grande Valencia di Cuper? "Uno squadrone, quelli erano anni d'oro per il Valencia e la città ha vissuto con grande passione quel periodo. Era la squadra più forte di Spagna, superiore anche a Barcellona e Real Madrid e andare a vedere quei mostri al Mestalla era uno spettacolo. Claudio Lopez, Mendieta, Farinos, Gerard... ma anche Ayala, "el Payaso" Aimar. Due lighe vinte, due finali di Champions League... un orgoglio e un onore aver fatto parte di quel club".

Gullie, come mai proprio l'Italia? "Perché mi pace tutto, per questo ho deciso di venire a vivere qua e di investire. Cucina, clima, città e le persone: non c'è una cosa che non apprezzi dell'Italia. Sono innamorato di questo paese e vorrei vivere qui per tutta la vita". Ti descrivi tecnicamente?"Hmmm... posso dirti che sono un centrocampista, poi sta agli altri giudicare. Non mi piace parlare di me stesso, perdonami!". E come persona? "Sono un tipo tranquillo, prendo la vita con serenità. E sono un tipo riflessivo, prima di prendere una decisione valuto tutti i pro e i contro. Seminare bene oggi può portare tanti frutti un domani: questo è il mio modo di pensare. Sport? Mi piacciono tutti, sono cresciuto praticando varie discipline. Hobby preferito? Leggere, scrivere e viaggiare. Ah, poi il cibo, anche per questo ho scelto l'Italia! I piatti italiani sono un'estasi".

Futuro? Speri di essere notato da qualche squadra di categoria superiore? "Sì, ammetto che mi piacerebbe. Sono pronto a valutare offerte dalle categorie superiori, questo sia per me stesso che per la società. Mi sento in debito con il presidente Michele Pizzi perché mi ha dato una grande opportunità e vorrei ripagarlo anche economicamente, se possibile". Chi ha bisogno di un centrocampista di classe adesso sa dove rivolgersi.



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