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Data: 23/10/2016 -

L'Università, i viaggi, Novara e la pasta al forno della nonna. Il mondo di Faragò: "Tifo Inter e sogno la A"

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Fiorentina e Cagliari hanno provato a portarselo a casa, ma "Paolino" Faragò era troppo importante per il Novara. E' il prototipo del bravo ragazzo. Niente creste, niente tatuaggi o vizi particolari. Paolo è l'eccezione che mostra forse un cambio di tendenza. Va addirittura all'Università e si divide tra pallone, libri, famiglia e amici. Accento del nord, ma lui in realtà è nato in Calabria: "Sono un novarese d'adozione" - dichiara Paolo ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - "Mi sono trasferito qui in Piemonte quando avevo circa tre anni perché i miei genitori hanno trovato lavoro al nord. Sono molto orgoglioso delle mie origini e affezionato alla mia terra, sono calabrese nel sangue e nella testa, sono abbastanza testardo come carattere. Appena posso torno sempre in Calabria, ci tengo".

Anche quest'anno Faragò dimostra di saper fare... gol, già tre nelle prime 10 partite: "La capacità di inserirmi in zona offensiva rientra sicuramente tra le mie caratteristiche. In generale cerco di leggere nel modo migliore i momenti della partita e se c'è da rimboccarsi le maniche in fase difensiva non mi tiro certo indietro... Fare gol è bello se porta punti alla squadra, altrimenti non mi diverto...". "Paolino" è cresciuto e ora è un pilastro del Novara: non ha saltato neanche un minuto. Adesso è lui il leader dei piemontesi: "Sono partiti tanti giocatori importanti, che per il Novara hanno dato tanto ed erano dei pilastri, ma penso che la squadra si stia ritrovando. Dopo qualche scossa di assestamento iniziale ora abbiamo trovato un equilibrio e stiamo cominciando a cogliere i frutti.Io leader? Adesso sono uno dei "veterani" e spero di poter essere da esempio, ma non sono il solo. Però sono tanti anni che gioco con i "grandi" e sono pronto a prendermi le mie responsabilità".

Il Novara l'anno scorso ha sfiorato la promozione in serie A. E' possibile ripetere la scorsa stagione? "Difficile. La società ha deciso di rinnovare un po' e quindi è stato necessario trovare l'affiatamento. Poter pensare di ripetere l'exploit dell'anno scorso al momento non è ipotizzabile. Per ora l'obiettivo è salvare la categoria, poi nel corso del campionato, in base a forma e posizione, vedremo se possiamo fare la volata per i play-off". Eppure la serie A per te poteva arrivare lo stesso, fino all'ultimo giorno ti hanno trattato club di serie A, poi cosa è successo? "Non so sinceramente, forse la distanza tra domanda e offerta era troppa. O forse chi mi voleva non è stato convinto fino in fondo e il Novara non voleva privarsi di me. Io posso solo dire che a Novara sono felice".

Magari con un pochino di pazienza potrebbe arrivare l'offerta giusta, quella dell'Inter: Paolo è un grande tifoso dei milanesi. Incredibilmente, però, il suo idolo non è Javier Zanetti, come mai? "Giusta osservazione (ride). Da piccolo guardi soprattutto i giocatori di estro e di talento, quelli che come Ronaldo e Recoba ti fanno innamorare del calcio e dell'Inter. Ma nel corso degli anni ho imparato ad apprezzare anche i giocatoridi temperamento, come Cambiasso o Stankovic, al quale sono rimasto affezionato. Tra tutti loro Zanetti merita un discorso a parte. Javier per carisma e attaccamento alla maglia rappresenta l'interismo vero". Come vedi l'Inter di de Boer? "In costruzione... I nerazzurri hanno fatto un ottimo mercato. Quello che manca adesso è la quadratura e la costanza. E' una rosa da primissimi posti e anche in Europa, dopo la vittoria sul Southampton, sono convinto che potrà dire la sua".

I viaggi sono una delle passioni di Faragò, che da bravo ragazzo non chiedeva i soldi ai genitori: "Sì, ho iniziato da poco a viaggiare. Prima mi dava fastidio chiedere i soldi ai miei. Il primo viaggio l'ho fatto in Birmania, ora Myanmar, insieme ai miei compagni di squadra. Un posto bellissimo, con paesaggimozzafiato. Lo scorso capodanno sono stato a New York. In quel periodo lì, nonostante il freddo, la città è particolarmente bella. Ho avuto l'opportunità di vedere i Knicks al Madison Square Garden. Le garedell'Nba viste dal vivo sonouno spettacolo unico. Il prossimo viaggio che mi piacerebbe fare è un giro sulle Ande: mipiace l'avventura. Che so, le Maldive non fanno per me!". Vizi abbiamo detto zero, però a tavola non si fa pregare: "Piatto preferito? Ehh... brutta domanda! Io sono un amante della cucina, nel senso che mi piace soprattutto mangiare, mentre cucinare non è proprio il mio forte. I piatti preferiti sono tanti, basta che dopo non li lavo io! Mi piacciono i primi e quando vado giù in Calabria prego mia nonna di farmi la sua pasta al forno: è imbattibile".

"Buona forchetta" sì', ma senza esagerare. D'altronde "Paolino" sa come limitarsi: studia Scienze dell'Alimentazione. A proposito, come vanno gli studi? "A rilento. Cerco di portarli avanti compatibilmente con i miei impegni calcistici. Con pazienza arriverò alla Laurea, ci tengo molto. Non ho fretta, ho già un lavoro... (ride ancora)". Paolo, ultima curiosità. Ti ho visto a un concerto di De Gregori, è il tuo preferito?"Assolutamente sì, insieme a Ligabue. Mi piacciono tanto i cantautori italiani e le canzoni italiane. La mia preferita è 'La donna cannone' , ma De Gregori ha fatto tante canzoni-poesie che citarne solo una è forse riduttivo. Poi, come detto, viene Ligabue, che essendo anche interista è il massimo".

L'intervista, con dispiacere arriva al termine. Immancabile la domanda finale. Allora Paolo, quando ti vedremo in serie A? "E' il mio grande obiettivo. Da quando ho iniziato a giocare il mio sogno è sempre statogiocare in serie A . Se questo traguardo arrivasse con la maglia del Novara sarebbe meglio, ma alla fine va benissimo anche con un altro club. L'importante è arrivarci". Gennaio è alle porte, chissà che Cagliari e Fiorentina non tornino a bussare...



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