Lottare, vincere, emozionarsi: Lazio, a Kiev è impresa da squadra
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Data: 15/03/2018 -

Lottare, vincere, emozionarsi: Lazio, a Kiev è impresa da squadra

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Tanas Shevchenko non seguiva il calcio perché ai suoi tempi non esisteva. Cantava poemi rivoluzionari, proclamava imprese di sovranità, un indipendentismo da fine ottocento. In Ucraina, tra l’altro, è famoso tanto quanto Andry, Pallone d’Oro che in Italia conosciamo bene. In parole semplici: Tanas Shevchenko è l’idolo di casa, letterato di qualità, ma la Lazio ha fatto proprie le sue parole trovando l’impresa del pallone. Dinamo Kiev battuta in casa, quasi dominata, in uno stadio dove quest’anno non avevano mai perso. Mai. Fortino espugnato e 0-2. L’altro “Sheva” scriveva così: “Lottate e vincete!”. Altri tempi. Inzaghi l’ha “copiato” riproponendo i suoi dogmi in chiavi più semplici. Quelli di campo.

Durante il walkaround – ieri sera all’Olimpisky – ha esortato i suoi così. Stesse parole, stessi principi, Tanas docet. Lottare e vincere, raggiungere i quarti di Europa League dopo il 2-2 dell’andata. Sognare come faceva da giocatore, quando piazzava stendardi e segnava gol in giro per il mondo. Tanti. 20. Miglior bomber della Lazio nella storia delle Coppe. Decisivo. La bandiera, ora, sventola anche da Kiev, a 2400 kilometri da casa sua.

Lucas Leiva match-winner, da leader nell’ombra a uomo copertina. Forse non sarà neanche contento. Perché a lui piace così, stare un po’ dietro le quinte, lontano dalle luci. Vive all’Olgiata, esce poco, quasi di nascosto, ma è innamoratissimo di Roma. Non parla ma c’è, si sente, è già capopopolo. Arrivò ad Auronzo come un Lucas Biglia bis. Stesso ruolo, stesso fisico, stessi capelli e stessi occhi, perfino. Un brasiliano atipico a costo contenuto: cinque milioni di sterline. Il Liverpool lo salutò come se ad andarsene fosse stato (nuovamente) Steven Gerrard. Lacrime e messaggi, tutti in piedi. Alla Lazio, forse, è stato accolto con un pizzico di scetticismo. Forse l’età, gli infortuni, la paura di un flop, ma Tare già sapeva: “L’ho seguito per anni, finalmente sono riuscito a portarlo alla Lazio”. Altra intuizione vincente. Altro gol in Europa League dopo il guizzo di tacco allo Zulte Waregem. Chiude tutto Stefan de Vrij poi. Che esulta, viene abbracciato dai compagni, quasi accerchiato. Inzaghi è il primo a corrergli incontro, gridando. Cadendo. Un video che ha fatto già il giro del web. “Questa squadra mi emoziona”. Si vede. Pure de Vrij non si è trattenuto. Tutti vicini nonostante l’addio che conosciamo e che sarà. A giugno saluterà la Lazio, non rinnoverà il contratto ma sorride lo stesso. Ha garantito professionalità fino alla fine. Oggi l’ha dimostrata col quinto gol stagionale. Lottare, vincere, emozionarsi. Come Inzaghi. Che vola ai quarti e ringrazia l'altro Sheva.



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