Gli sguardi, la sofferenza e... i Mondiali: la favola della Nazionale...
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 22/11/2017 -

Gli sguardi, la sofferenza e... i Mondiali: la favola della Nazionale Italiana Amputati

profile picture
profile picture

Non hanno uno stipendio, nemmeno una federazione o un campo di allenamento, qualcuno non ha neppure un braccio, qualcun altro è senza una gamba ma ai Mondiali di calcio loro ci andranno. E' la nazionale italiana amputati che fra Ottobre e Novembre 2018 si giocherà i Mondiali a Guadalajara in Messico. I ragazzi, capitanati da Francesco Messori (ideatore di questa nazionale), ci sono arrivati grazie al quinto posto conquistato nell'ultimo Europeo. 20 ragazzi, ognuno con la sua storia, dagli storici Riccardo Tondi, Stefano Starvaggi, Salvatore Iudica fino ai piu giovani. Abbiamo incontrato Paolo Capasso, napoletano doc, attaccante classe '97, e il portierone Daniel Priami, nato in Israele, ma livornese purosangue, classe '88.



Questa, signore e signori, è una storia straordinaria, di amicizia, di forza, di lotta, di dolore ma anche di vittoria. Sul male, sulla paura e sulle tante troppe manifestazioni di ignoranza che spesso siamo abituati a conoscere. "La cosa che più mi infastidisce sono le prese in giro, gli sguardi delle persone, quando ti fissano - racconta in esclusiva a gianlucadimarzio.com Paolo che è nato senza una gamba - Comunque meglio nascerci che perderla durante la vita. Da piccolo era dura, ora me ne frego. Che mi guardino pure ma vi dico che in Italia siamo indietro su questa cosa. Quando vado all'estero, ad esempio, che sia treno o metro si alzano tutti. Poi qui in Italia ci sono troppe barriere architettoniche e strutture inadeguate". Daniel, invece, un braccio lo ha perso. Era il 2006, stava per spiccare il volo nella vita e nel calcio. Durante una partita un banale scontro di gioco gli procura la frattura esposta di radio e ulna. Dopo una settimana i dottori decidono di amputare perché una ferita gli aveva provocato un'infezione. 'I primi anni sono stati tremendi, ma i miei amici mi hanno aiutato tanto - ci racconta Daniel - Mi hanno portato fuori, non mi hanno mai fatto sentire uno di troppo. Anche io all'inizio non sopportavo lo sguardo, sopratutto quello dei genitori di figli piccoli. I bambini sono curiosi, ti guardano come una novità da scoprire mentre i genitori li allontanano come se fossimo appestati. Comunque dopo 3-4 mesi dall'amputazione sono tornato in campo e ho ricominciato a giocare'. Paolo ha finito ora gli studi ed è in cerca di lavoro, Daniel ha occhi e cuore solo per sua figlia di 2 anni e per la sua compagna Alessandra. Insieme ai loro compagni si giocheranno i mondiali contro corazzate come Russia, campione uscente ai mondiali, Angola, Inghilterra, Polonia e Turchia che davanti a 40.000 persone nello stadio del besiktas ha vinto lo scorso europeo. Avete capito bene, 40.000 persone, perché in Italia siamo indietro anche nello sport. L'Italia dei normodotati non si qualifica ai mondiali, quella degli amputati si, ma questi ultimi devono fare i conti con nazioni che hanno campionati organizzati, federazioni, soldi e altro ancora. Ma alla fine non importa, perché 'la nazionale è un gruppo fantastico che ci ha cambiato la vita - affermano in coro - Ci prendiamo in giro sulle nostre disabilità, a me - Daniel - mi dicono applaudi, a me - Paolo - mi dicono che sono un ragazzo in gamba'.



Questi giocatori, infatti, sottintendono al CSI (Centro Sportivo Italiano) e hanno in Renzo Vergnani il loro punto di riferimento, tutti si allenano con squadre di normodotati: ''Se vedeste una nostra partita sarebbe come vedere una partita normale, corriamo e ci diamo mazzate come loro', dice Capasso. Insomma servirebbe una Coverciano anche per loro visto che attraverso la loro passione sono stati anche capaci di aprire una scuola per tutti i bambini amputati d'Italia, organizzata attraverso camp itineranti. Paolo Zarzana è il vice allenatore, Emiliano Gronchi l'allenatore dei portieri, altri motori di questa splendida realtà capaci di portare questi ragazzi a performance di tutto rispetto. Paolo Capasso riesce a fermare il cronometro nei venti metri a 3 secondi e 91. Daniel Priami è tra i più forti portieri al mondo: 'E' il più forte in Europa - dice l'amico Paolo - e anche nel mondo credo sia il migliore'. Daniel e Paolo sono cresciuti fra sguardi di traverso e tante difficoltà ma questo non gli ha mai impedito di coltivare i loro sogni: 'Il mio è quello che il calcio mi permetta di vivere, che in Italia si creino dei club per noi amputati - racconta Daniel - Mi piacerebbe che i vertici del calcio si occupassero anche di noi e delle altre minoranze'. Daniel, invece, oltre al calcio guarda anche all'esterno: 'Il mio sogno è quello di vincere un mondiale e che si crei un campionato in Italia, ma sopratutto che si possa vivere in un mondo senza pregiudizi.' In fondo siamo tutti diversamente uguali. In bocca al lupo ragazzi.


Credit Foto: Marcello Lusetti

ef13fd4b-5cc6-49a1-9e20-bf9f8cfbfc4c.jpg
CONTINUA A LEGGERE


Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!