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Data: 24/02/2017 -

Le Coppe, il sopracciglio e la calma: 1000 volte Ancelotti, il re della panchina

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Sopracciglio alzato. Battuta facile. Un tipo tranquillo, ma … “è un casinista senza eguali”, confessa Maldini. Volete il nome? Carletto. Sì, lui: Mister Ancelotti. E via d’inchino per sua maestà. Un re normale, personaggio easy. Simpatia ed eleganza, le sue caratteristiche. La bravura, il segno particolare. Eccezionale in mezzo al campo, eroe in panchina. Dal 1992 a chissà fino a quando. 24 meravigliosi anni. Il re degli allenatori. E sabato saranno 1000 volte. Già, mille panchine e non sentirle. Sì, questa torta speciale Ancelotti se la mangerà in Germania. Dopo la partita tra Bayern Monaco e Amburgo.

"Sono molto felice di tagliare domani questo traguardo". Alles gute. Meglio in italiano: 'tanti auguri, Carletto'. Meglio ancora in emiliano, la tua terra. Tra affettati, formaggi e buon vino. Questione di … bontà. E qualità, soprattutto. Che bellezza quell’albero di natale ai tempi del Milan. 4-3-2-1, un marchio di fabbrica. Campione d’Italia, d’Europa e del Mondo. Vittorie totali. In ogni dove. Amatissimo da tutti, tifosi e presidenti. Dallo sceicco Nasser ai tempi del PSG, al ricchissimo Abramovich durante il capitolo Chelsea. Ma come dimenticare l’amico Berlusconi e il tifoissimo Florentino Perez. Da Reggiolo alla Baviera, dalle tigelle ai crauti. Sempre a tutta birra, magari una buona Weiss. Uno che ‘preferisce la coppa’.


Tanti ingredienti per una ricetta segreta, o quasi. Trucchi del mestiere, tanta passione. "Perché fra tutte le gestioni dello spogliatoio che ho vissuto, la sua è stata in assoluto la più serena”. Parole pronunciate in passato da Paolo Maldini, il Capitano del meraviglioso Milan di Carletto. Nome al vezzeggiativo, calcio all’ennesima potenza. Uomo perfetto. Perché quell’allenatore a pelle sta per forza simpatico. ‘Lui si tiene dentro ogni sorta di preoccupazione e pressione, così la squadra resta tranquilla’. Carriera iniziata da maestro, anzi: sotto la protezione di un maestro. Sacchi. Garanzia. Arrigo allenatore, Carlo vice: che coppia in Nazionale. Ma chi l’avrebbe detto. Della serie: l’allievo supera il ... finitela voi. E quante vittorie, albo d’oro infinito. Il suo curriculum vanta tre Champions League, tre Supercoppe Europee, due Mondiali per club e, ancora: uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Premier League, una Community Shield, una FA Cup, una Ligue 1, una Coppa del Re e una Supercoppa di Germania. Ma lui confessa: “Posso ricordare ogni singola partita in cui sono stato in panchina e sono pronto ad affrontarne altre mille”. Intanto il suo cuore batte ancora a mille allora. La sua mente, invece, pensa sempre più veloce.

E che momenti, sempre divertenti. Una star semplice, alla buona. ‘Leader calmo’. Via con gli aneddoti e curiosità. Ricordate la sua imitazione dell’esultanza di Cristiano Ronaldo? Show puro, Galactico. ‘Un grande orso’, insomma: così lo descrisse CR7. Intanto via di 'decima'. Gloria ovunque. Ah, giusto: versione cantante. Uno che riempie gli stadi. Sold out a San Siro nel 2007. Palco tutto suo. Concerto? No, festa. Quella del Milan per la vittoria in Champions League. “Forza lotta e vincerai …”. E via di ritornello rossonero. Assieme a carne, formaggio romano e vino: viva i pranzi con i calciatori. Questione di … appetito. A volte lo hanno preso anche in giro: ma lui ha risposto col sorriso. Gesto fisso. Assieme al sopracciglio parabolico in conferenza stampa. Arroganza zero. Allenatore dall’approccio calmo, una debolezza? No, il contrario. Leadership silenziosa. Un uomo che guida gli altri, dalle squadre all’elicottero. Forte della sua licenza da pilota. Viaggi da Parma a Milanello. Atterraggio e allenamento, tac: tutto facile. Ma da quando ha lasciato l’Italia, in cielo non vola più. In campo, però, decolla sempre puntuale. Primissimo in Bundesliga e ad un passo dai quarti di finale in Champions League. E allora vai così Carletto, altre mille di queste panchine.



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