L'albero di Natale: storia del 4-3-2-1
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 25/12/2017 -

L'albero di Natale: storia del 4-3-2-1

profile picture
profile picture

L'albero di Natale colora e illumina milioni di case in questo periodo, ma quello di cui vogliamo parlarvi oggi non riguarda le feste ma il mondo del pallone. Tradotto: il 4-3-2-1. Chiamato anche piramide, l'albero di Natale è quel modulo di gioco che prevede, davanti alla difesa a quattro, tre centrocampisti, due esterni di spinta ma anche veloci a rientrare in fase di non possesso ed un centrale che faccia da metronomo e da muro davanti alla linea di difesa. Questi alle spalle di due offensivi a supporto di un'unica punta. Non certo uno dei moduli più utilizzati, ma facendo un passo indietro e spostandoci in Inghilterra le prime tracce di albero di Natale si trovano nel 1970, quando un giornalista dell'Observer, Peter Dobereiner, commentò così la partita Crystal Palace-Newcastle: "La scorsa stagione il Palace giocava con un poco compromettente '9-1', adesso invece con un disinvolto 4-3-2-1 anche se la trama di gioco non è cambiata molto. La palla avrebbe comunque dovuta arrivare sempre a Queen (Gerry Queen, centravanti dell'epoca, n.d.r.) il cui ruolo tattico sarebbe rimasto sempre quello di riuscire a fare a sportellate con i quattro difensori avversari che gli agiscono contro contemporaneamente. Praticamente, una situazione del genere doveva lasciare molti giocatori del Palace smarcati in qualche parte del campo. Questo dovrebbe succedere solo momentaneamente e a debita distanza dal pallone. Quando però la palla tornava avanti, i giocatori del Palace sembravano sempre in inferiorità numerica, uno contro due. Poi accadde un evento straordinario, quasi senza precedenti: due giocatori del Palace, dimenticandosi di essere fuori posizione, si trovavano nell'area avversaria. Birchenall (Alan Birchenall, trequartista dell'epoca, n.d.r.) portava il pallone verso la porta, Queen, forse innervosito dopo aver visto uno dei suoi compagni così vicino prontamente rientrò e Birchenall calciò in rete". Questa dunque una breve parentesi dell'albero di Natale all'inizio degli anni '70 adottato dal Crystal Palace di Head che nel '68/'69 era stato promosso per la prima volta in First Division.

Ma il 4-3-2-1, come lo conosciamo e viene adottato ora, o comunque un suo più consapevole impiego è molto più probabile che sia nato in Olanda. E ne parla Jonathan Wilson nel suo 'Inverting the Pyramid. The History of Football Tactics': "Il 4-3-2-1 è solo una variante del centrocampo a cinque. Un centrocampista offensivo può essere sacrificato per un titolare aggiuntivo, realizzando così il 4-3-2-1, l'albero di Natale o il moderno 4-3-3. Co Adriaanse sembra essere stato il primo esponente del 4-3-2-1 al Den Haag verso la fine degli anni '80".

Tornando in Inghilterra, dopo il Palace di Head, l'albero di Natale non si è più visto su un campo di gioco fino al gennaio 1995 quando Howard Wilkinson, allenatore del Leeds, schierò i suoi contro l'Aston Villa "con un intrigante 4-3-2-1" (si legge su un quotidiano dell'epoca) poiché arretro' due attaccanti alle spalle dell'unico centravanti.

Arriviamo in Italia, bel paese in cui quando si parla di albero di Natale si pensa subito a Carlo Ancelotti e al suo Milan vincente, campione d'Italia, d'Europa e del mondo. Marchio di fabbrica dell'ex tecnico rossonero, figlio della filosofia del 4-4-2 di Sacchi ma capace di rivedere quel modulo e riproporne un altro in grado di esaltare le caratteristiche dei giocatori a sua disposizione. È diventato anche un libro "Il mio albero di natale. Storia e schemi dell'allenatore più vincente in Europa", scritto dallo stesso allenatore di Reggiolo che col 4-3-2-1 ha vinto molto, ma che anche con altri moduli ha saputo esaltare le proprie squadre. "Perché dissi di no al trasferimento di Baggio al Parma quando lo allenavo? Ripensandoci oggi sono stato un pazzo - disse nel 2013 -. Come puoi rinunciare a uno come Baggio? Ero giovane e non avevo il coraggio di addentrarmi in una cosa che non conoscevo a sufficienza, un altro modulo. Del 4-4-2 sapevo tutto. Per parlare di tattica devi essere convinto e credibile".



Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!