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Data: 22/10/2016 -

La Nazionale, il Torino, gli stage. Ventura: "Penso a Verdi, Caprari, Boyè e Lapadula"

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Una Nazionale in evoluzione, una Serie A che può sorprendere. Con tanti giocatori in vetrina, convocabili o già chiamati da Giampiero Ventura. Il quale ha concesso una lunga intervista a Tuttosport, con tanti temi sul tavolo, tra stage, Torino e non solo. "Da fuori non te ne rendi conto e pensi che sia poco il tempo a disposizione. Poi, quando ci sei dentro, ti accorgi che non ce n'è proprio. Siamo all'inizio del ricambio generazionale, proprio perché c'è poco tempo e, amichevole con la Francia a parte, abbiamo affrontato tre partite di qualificazione: due da vincere - e le abbiamo vinte - una da non perdere e ci siamo riusciti contro una Spagna molto più forte rispetto a qualche mese fa. Si può discutere sul modo, sulla scelta tattica (bloccare le loro linee di passaggio invece che pressare alto), ma abbiamo rischiato pochissimo, abbiamo subito gol su un nostro sbaglio e alla fine, considerando gli errori arbitrali, avremmo pure meritato".

"Dico che bisogna guardare le cose con la lente di ingrandimento e non con superficialità. Con Israele abbiamo preso gol per un episodio, poi però abbiamo mandato un messaggio con i cambi e abbiamo segnato in 10: se lo si concede ad Allegri, di dire che in 10 si gioca meglio, concedetelo anche a me. Con la Spagna quando abbiamo deciso di forzare ci siamo riusciti bene. Con la Macedonia, infine, abbiamo avuto 10’ in cui non siamo stati squadra, perché abbiamo sbandato dopo il gol. Sono gli unici 10’ che cancellerei e invece nei commenti vedo che restano solo quelli. Sarebbe ora di lasciare da parte i raffronti con l'Europeo. Era una squadra che arrivava da due anni di partite con un ct e da 40 giorni di lavoro fisico e tattico ininterrotto, non dai tre delle gare di qualificazione. Senza mancare di rispetto a chi c’è ora, fino al 2006 la qualità era tale che davvero il ct poteva fare il selezionatore e non l'allenatore. Quando la qualità è più bassa, devi invece essere squadra e contano i dettagli tattici. Anche Sacchi, Lippi e Conte hanno faticato nelle qualificazioni: mi stupisce il diverso atteggiamento verso la Nazionale. L'Europeo è un evento fine a se stesso e va dimenticato"

"Il 90 per cento dei gol presi è frutto di episodi. Poi il ripetersi di certi episodi porta a fare riflessioni e considerazioni, magari sul diverso tipo di prestazione che richiede la Nazionale rispetto al club. Ma quando parliamo del 'blocco Juve', parliamo di gente che rappresenta un punto di riferimento come giocatori e come uomini all'interno della Federazione. Loro, ma anche De Rossi, hanno contribuito a costruire la storia azzurra e sono determinanti per il gruppo, al di là di quello che avviene in campo. Sono orgoglioso della crescita del Torino. Senza volere per nulla sminuire il metodo di lavoro di Mihajlovic, sarebbe facile ricordare il processo di crescita che abbiamo avviato. Dico che abbiamo creato presupposti senza i quali, per esempio, Hart mai avrebbe preso in considerazione il Toro. I giovani azzurri del Torino possono essere riferimenti stabili in prospettiva Nazionale. Chi ha fatto i maggiori progressi, anche in rapporto a Baselli e a Zappacosta, è Belotti, che ha bruciato le tappe facendo svanire i dubbi di Cairo nei primi tempi: anche stavolta si ripagherà abbondantemente l'investimento di 8 milioni... Ma Belotti non deve sentirsi arrivato, può diventare uno che sposta gli equilibri. E poi c'è Barreca, bravissimo a sfruttare la chance che gli è arrivata dall'infortunio di Molinaro. Una piacevolissima sopresa. Potrebbe venire allo stage di novembre? Assolutamente sì".

A proposito dello stage, come sarà organizzato? Ventura lo spiega: "Intanto spero che sia almeno di due giorni - martedì e mercoledì - perché uno e mezzo sarebbe troppo limitato. Poi chiameremo chi, pur, facendo bene, non avrebbe comunque la possibilità di vestire l’azzurro in partite ufficiali o in amichevoli così importanti come quelle che giocheremo. Penso a Caprari, Verdi, Lapadula e molti altri" Tra cui Boyè? "Ha una forza mostruosa e colpi incredibili. Devo solo avere la certezza regolamentare della possibile convocazione, è in lista. Una delle eredità lasciatemi da Conte è la Nazionale più vecchia degli ultimi 50 anni. Ecco perché gli stage: si cresce facendo respirare l'aria azzurra, facendo crescere le loro conoscenze. Non con una partita spot ogni tanto"

"La frase su Berardi? Si sono scritte e costruite cose poco esatte. Ho detto che Berardi è un capitale del nostro calcio che va inserito in un modulo che ne esalti le potenzialità. Esattamente l'opposto di una bocciatura a Berardi. Noto un certo pregiudizio nei miei confronti. Sono stato chiamato perché non c'è più nulla: bisogna ricostruire, inserire i giovani e qualificarsi al Mondiale. E poi, possibilmente, fare bene al Mondiale. E’ la mia storia: da Lecce a Torino passando da Cagliari sono arrivato con le contestazioni e sono andato via con gli stadi pieni. Io chiedo solo coerenza e correttezza nelle valutazioni. In campionato vedo una Juventus che domina grazie alla qualità, ma che deve migliorare nel gioco per andare avanti in Europa. Mi sono divertito a vedere il Torino con il Palermo, ma va fatta la tara sugli avversari. In molti si sono divertiti per Roma-Inter, ma dal punto di vista tattico sono inorridito. Sarri, che mi piace molto, sta faticando a confermarsi ad alti livelli. Mi pare un campionato in cerca di una sua identità"



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