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Data: 20/07/2017 -

Insigne: "Napoli, è arrivato il tempo di vincere! Scudetto? La Juve è più vicina"

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Sorriso sulle labbra e maglia del Napoli cucita addosso. Lorenzo Insigne si racconta ai microfoni di La Gazzetta dello Sport. Partendo proprio dalla gioia per il rinnovo siglato: “Sono orgoglioso di questo passo importante che ha fatto la società nei miei confronti. E’ un premio per tutti i sacrifici che ho fatto per arrivare fin qui. Spero di continuare a dare una mano ai compagni e di vincere qualcosa con il Napoli. Dobbiamo farlo peri nostri tifosi: anche qui in ritiro ci hanno seguito in tantissimi, ora tocca a noi renderli felici. Un napoletano che gioca nel Napoli avrà sempre qualche responsabilità in più. I tifosi si aspettavano tanto perché a Pescara avevo fatto tanti gol e qualche critica l’ho avuta, ma ho continuato a lavorare per raggiungere i miei obiettivi. Anche ora che ci sono riuscito do sempre il massimo. Essere una bandiera? Ce ne sono state tante in passato, come Totti alla Roma. Sono orgoglioso di essere al Napoli e voglio rimanerci il più a lungo possibile”.

Da Zeman a Sarri, Insigne ha parlato così degli allenatori che ha avuto: “Zeman ha fatto diventare campioni tanti ottimi giocatori. Mi ha lanciato nel grande calcio e lo ringrazierò sempre. Benitez? Con Rafa ho imparato a fare le due fasi con la stessa intensità. Con Sarri mi sono ritrovato “più completo”. Però c’è tanto merito di Sarri nelle mie ultime due stagioni. Mi ha dato fiducia e sto cercando di ripagarlo al meglio, con gol e assist, ma anche con tanto sacrificio per la squadra, che è la cosa che conta di più. Sarri ha una grande idea di calcio, tutti dicono che il Napoli gioca il miglior calcio d’Italia e noi siamo orgogliosi. Però è arrivato il momento di vincere qualcosa, come giusto che sia quando giochi così bene. E’ il gruppo che si è creato il valore aggiunto”.

Il sogno, ovviamente, è quello di portare a Napoli lo Scudetto: “Lo abbiamo dimostrato già l’anno scorso. Siamo arrivati a una lunghezza dalla seconda e a cinque dalla prima, senza i punti persi con Palermo, Sassuolo e altre squadre alla portata non dico che avremmo vinto lo scudetto, però ce lo saremmo giocati fino alla fine. La Juve credo sia più vicina. La differenza è che loro non sbagliano mai le partite con le piccole. Squadra? Essere rimasti tutti è un vantaggio. Dicono che il presidente De Laurentiis non fa sacrifici e invece con il rinnovo mio e di Mertens ha dato un segnale molto forte: qui tutti vogliono vincere qualcosa di importante”.

La concorrenza per il primo posto, però, è spietata: “Il Milan ha fatto acquisti importanti, però ha preso anche tanti stranieri e il primo anno in Italia è dura per tutti. Non è facile essere subito pronti a lottare per il titolo. L’Inter ha preso l’allenatore che è arrivato avanti a noi lo scorso anno e vedremo a fine mercato che squadra farà. La Roma ha cambiato ciclo, con un nuovo direttore sportivo e un nuovo tecnico, ma ha venduto giocatori importanti. Però credo che per prima cosa dobbiamo guardare in casa nostra e dare il massimo per capire realmente dove possiamo arrivare. Bonucci? Credo abbia sorpreso tutti, anche per la tempistica: in 24 ore hanno chiuso un’operazione incredibile. Con lui ho un ottimo rapporto, gli ho mandato un sms di in bocca al lupo. La Juve ha perso una certezza”.

Da Milik a Mertens, gli elogi per i compagni di reparto proprio non mancano: “Milik è stato sfortunato, ma nella sua sfortuna io e Mertens abbiamo fatto un grande campionato. So cosa significa subire un infortunio così grave. E’ un grandissimo attaccante e ci risolverà diverse partite. Io e Dries? Tra noi non c’è mai stata concorrenza, abbiamo un ottimo rapporto e abbiamo sempre vissuto con serenità il fatto di giocare nello stesso ruolo, rispettando le scelte. I tanti gol credo siano stati una sorpresa anche per lui. Ma sulle sue grandi qualità non c’erano dubbi. Io falso nueve? Mi piacerebbe un giorno provare un ruolo nuovo. Ora preferisco fare l’esterno, puntare la porta e fare assist. Un centravanti invece deve pensare a buttarla dentro”.

Intanto, uno sguardo al passato. Con il gol al Santiago Bernabeu: “Ero talmente felice che non sapevo nemmeno dove andare a esultare. E’ stato istinto, ho visto il portiere fuori ed è uscito un tiro perfetto. Peccato però non sia servito a passare il turno. Non dico che lo meritavamo, però abbiamo messo in difficoltà la squadra più forte del mondo”. Intanto, il preliminare di Champions si avvicina: “Ho vissuto l’eliminazione col Bilbao, sbagliando anche un gol all’andata. Fu una mazzata, però fu più dura accettare la sconfitta in semifinale di Europa League col Dnipro, che potevamo battere. A volte il preliminare lo decide anche un colpo di fortuna, noi dobbiamo pensare a giocare il nostro calcio, con la giusta mentalità. Quando giochiamo da Napoli possiamo mettere in difficoltà chiunque”.

In chiusura, un commento sulla maglia numero 10, sul prossimo Mondiale e su Donnarumma: “Preciso, non ho mai chiesto la 10. Preferisco la 24, giorno in cui e nata mia moglie. Il giocatore si vede al di là del numero. Ventura sta facendo crescere tanti giovani dando un bel segnale al nostro calcio. Dobbiamo però vincere con la Spagna o superare i playoff per qualificarci. E non possiamo fare brutte figura. Donnarumma? Quando a quell’età vieni avvicinato da grandi club, a cifre enormi, è dura fare una scelta. Gli ho detto di fare quella migliore per lui, di ascoltare il cuore. Certo, a volte certi club bussano alla porta solo una volta…”.



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