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Data: 17/11/2017 -

​I ragazzi al centro del movimento calcistico: un software dietro la crescita dei giocatori

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Meglio undici Gattuso o una squadra di Neymar? Può sembrare immediata la risposta.. Questione di idee e filosofie di gioco. Ma se il talento è una dote di natura, per far abituare all’attività sportiva un bambino che dà i primi calci al pallone, ci vuole un Metodo. Questa l’idea di Marco Fila e Sergio Ruosi, due insegnanti di educazione fisica, la cui passione per il calcio si è trasformata in professione, quella per cui vedere i bambini giocare correttamente fin dall’età di 5 anni è una aspirazione. Un lavoro figlio dell’esperienza di oltre 10 anni sui campi che Marco Fila utilizza nei pulcini a Sassuolo.





Il “metodo YKA” in questione si avvale di una didattica programmatica in aiuto alle società dilettantistiche e degli allenatori orientati a migliorare le prestazioni dei giovani atleti monitorandone i progressi. “Il problema reale - dice Marco Fila - è che non c’è una continuità didattico formativa. Fin dai primi anni infatti, i giovani sono costretti ad adattarsi a diverse modalità di esercizi, dovendosi abituare ai continui cambi di allenatore che avvengono di anno in anno nelle società, viene così a mancare una programmazione progressiva pluriennale della proposta motorio/calcistica”. La novità dunque, sta nel mettere in ordine gli obiettivi coordinativi, tecnici e tattici per una adeguata crescita psicomotoria dei piccoli giocatori nella fase più sensibile dell’apprendimento.

Cosa è Your Kids Academy? YKA è il software attraverso il quale un allenatore ottimizza i tempi e massimizza i progressi. Oltre 450 schede per allenamenti, 467 esercizi e una banca dati, dove inserire le osservazioni di ogni obiettivo dei giovani calciatori per un controllo costante dell’evoluzione delle capacità acquisite. Il programma si sviluppa in 5 livelli nei quali ogni allenatore ha come traguardo quello di insegnare la motricità di base, i fondamentali tecnici e situazioni di gioco differenti. Nel primo livello maggiori saranno i momenti dedicati alla coordinazione e alla partecipazione, mentre all’aumentare dell’esperienza si dà spazio anche alla tecnica analitica e alla tattica.




"Lo scopo delle società dilettantistiche dovrebbe essere quello di trattare nel migliore dei modi i ragazzi, valorizzando le loro caratteristiche. I genitori dovrebbero scegliere le squadre per i loro figli in base a questo, non per le partite vinte dalle società”. Un cambio di mentalità che parte dal basso, dai più piccoli. Un ripensamento delle logiche di allenamento e sviluppo dei vivai necessaria dopo la storica mancata qualificazione ai Mondiali di Russia. Un progetto, metodologico, che segue i calciatori fin dai loro primi calci. Accompagnandoli nella crescita e stabilendo degli obiettivi raggiungibili, senza forzare le tappe, riducendo l’abbandono dallo sport. Un metodo per preparare i ragazzi ad affrontare le categorie più alte. Perché la nascita di un talento è questione di fortuna, ma la crescita di un intero movimento invece è frutto di studio e lavoro metodologico.

Tags: Serie A



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