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Data: 08/02/2017 -

Da bimbo prodigio a futuro papà, pazzo per Curry e per il #7: 5 curiosità su Gerard Deulofeu

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Non appena sbarcato a Milano, poche settimane fa, era stato accolto con una sola sciarpa, tra un pizzico di stupore e qualche risata generale: "Ronaldo" cucito su un pezzo di stoffa rossonero, rievocando tempi ormai lontani e abbinamenti folli, con la sola preoccupazione di voler riconquistare tutto lo spazio perso in maglia Everton. Gerard Deulofeu, meno di 20 giorni dopo il suo arrivo a Malpensa, si è già preso occhi e un pizzico di cuore della sua nuova tifoseria: partita di enorme sacrificio a Bologna, in una delle gare più incredibili di questa annata, e giocata super per regalare a Pasalic (e al Milan) un assist da 3 punti d'oro, ottenuti in 9 uomini contro 11. Prova che di diritto, ancor più dopo le prime apparizioni tra Juventus, Udinese e Sampdoria, colloca il talento spagnolo come nuovo, fondamentale rinforzo per l'undici titolare rossonero impegnato nella corsa verso il ritorno in Europa.

Motorino nelle gambe, talento per pochi, rendimento come tanti: di fronte ad una contrapposizione mai totalmente cancellata fino a questo momento, tra le grandi aspettative da tutti nutrite nei suoi confronti, Deulofeu mira al bersaglio della continuità di rendimento da colpire, soprattutto, con la sua esultanza. Mitraglia imbracciata dopo i pochi, ultimi gol segnati: piccolo difetto per chi tecnicamente, tra velocità, gioco nello stretto e campo aperto, fa dell’uno contro uno la propria arma principale, incastrandosi perfettamente nel 4-3-3 di Montella. Ma quanto conoscete del nuovo arrivo rossonero? Tra un cognome particolarmente importante (in catalano, "Dio l'ha fatto") e cinque chicche, proviamo a regalarvi qualche curiosità in più relativa all’attaccante catalano classe ’94.

Nuovi regali

Spesso dipinto negli anni scorsi come un giocatore troppo volto a specchiarsi in campo, con poco spirito di abnegazione ed intento a puntare tutto sulla propria tecnica, Deulofeu ha assunto con il tempo un comportamento ben diverso tra campo d’allenamento e partita. Rimproverato dai propri allenatori prima, tra piccolezze come pantaloncini tenuti a vita esageratamente bassa o una più preoccupante collocazione in campo mai trovata (tra lo stupore anche, sì, di Pep Guardiola), elogiato poi: grande lavoratore, fisico scolpito ed una mentalità maturata grazie anche all’ormai prossimo futuro da papà, a soli 23 anni, con la primogenita Sara in arrivo. Coronamento di una lunga relazione con la sua Mari e miglior regalo possibile, insieme alla nuova avventura rossonera in corso, per un domani che vedrà un Deulofeu diverso, in campo e fuori. “Senza lavoro e sacrificio, non c’è ricompensa. E per diventare grandi, serve anche difendere”: monito a se stesso, tra social e interviste, per trasformare quel bambino prodigio della Masia in un giocatore totale.

Numerologia

Adora il 7, nonostante sia riuscito a vestirlo solamente due volte in carriera: per un’annata (’12-’13) nel Barcellona B e in questa stagione all’Everton, dopo essere passato prima dal 10, dal 19 e dal 16. Casualità vuole che la terza occasione sia arrivata proprio ora al Milan, dove la maglia numero 7 è stata lasciata libera da Luiz Adriano, post doppio cambio dal 9 all’87. In più, nel giorno del suo debutto nel calcio professionistico avvenuto poco più di 5 anni fa, subentrò al posto di David Villa: uno che in carriera, del 7, ha fatto un vero e proprio simbolo. Solo una coincidenza?

Amici

Dalla cantera del Barça all’under 21 della “Roja”, di cui è capitano e recordman per presenze e gol segnati (32 e 16): sorriso sempre stampato sul volto e un carattere sempre amichevole che lo ha portato, con il tempo, a lasciare un ricordo positivo di sè soprattutto a livello umano, ovunque sia stato. La Masia vissuta con Denis Suarez, ritrovato anche nel 2014-15 a Siviglia per trionfare in Europa League, e il bel rapporto con Aleix Vidal, con cui ha legato particolarmente post parentesi in Andalucia. In più, Deulofeu al Milan ha riabbracciato altri amici come Carlos Bacca (manco a dirlo, capocannoniere del Siviglia trionfatore a Varsavia) e Suso, compagno di una "Rojita" piena di talento: insieme, i due sono stati protagonisti in tutte le giovanili della Nazionale Spagnola, dall’Under 17 all’Under 21, vincendo l’Europeo Under 19. Sull'altra sponda del Naviglio, invece, ecco spuntare altre due vecchie conoscenze come Banega e Icardi: una stagione con l'argentino a Siviglia e qualche lontano ricordo di una Juvenil B blaugrana targata 2009/10 con Maurito, prima che le strade dei due si separassero. Se doveste invece puntare su un rapporto particolarmente speciale con un allenatore, Gerard punterebbe tranquillamente il dito verso Roberto Martinez: apriporte di una Premier in cui, velocemente, Deulofeu si è trovato subito a proprio agio, soprattutto grazie all'ex manager dell'Everton. Capace di fare anche da insegnante alla stampa inglese sulla corretta pronuncia del suo cognome, sbagliato talvolta perfino sulla maglia da gioco e confuso con...DeuFoleu.

Enfant prodige e idolatria

Se dalle parti della Masia sfornare talenti è ormai pura consuetudine, Deulofeu è uno dei tanti pezzi di un puzzle blaugrana che appare, di anno in anno, sempre più grande ed impossibile da completare: considerato vero e proprio prodigio sin da piccolo, ed entrato a far parte della cantera Barça a soli 9 anni, il talento classe '94 è stato immediatamente oggetto di una guerra tra brand sportivi per fornire al ragazzo materiale tecnico, vinta da Nike. Tra un doppio passo e l'altro, l'idolatria era sempre per Ronaldinho, incrociato in qualche occasione nel mondo blaugrana senza mai riuscire a chiedere lui una foto: piccolo rimpianto adolescenziale accantonato, ora, dalla voglia di imitare sul campo nuovi modelli di riferimento. I nomi? Da most wanted: non si perderebbe mai una partita di Messi e Neymar, ma come esempio sceglie CR7. Per lui, "Completo in tutto".

La mitraglietta, Curry, Lucas e Sherry

La vita di Deulofeu non può che essere definita da ragazzo semplice, piuttosto attento al tanto affetto mostrato da tifosi e bambini sui social (tra retweet e risposte di puro gradimento per sue maglie acquistate) e legatissimo ad una famiglia che, oltre a Mari e ad un pancione contenente Sara, è arricchita dagli inseparabili cani Lucas e Sherry. Nel tempo libero, oltre a qualche toccata e fuga sugli spalti campo centrale di Wimbledon, apprezza particolarmente il mondo della pallacanestro, pazzo per Steph Curry e i suoi Golden State Warriors: roba da sveglia puntata in notturna e partite viste fino all'alba, comprese le Finals degli ultimi due anni, guardate in diretta sullo smartphone (!) insieme ad Aleix Vidal. Basket da vedere ma anche da...giocare, meglio se alla PlayStation: mille sfide con Lukaku e Funes Mori nella sua parentesi da Toffee, l'ideale per rilassarsi e svagarsi in ritiro ed entrare deciso in campo. Esultando (sempre) con la mitraglietta, per un motivo particolare: "Piace ai tifosi, li carica". La loro risposta? “He’s magic, you know”. Quello che anche dalle parti di Milanello e San Siro, nei prossimi mesi e a maggior ragione dopo la gran prova di Bologna, sperano di poter dire e pensare sempre più.

ph. Instagram: @gerardeulofeu

Tags: Milan



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