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Data: 17/01/2017 -

#Coppad'Africa | Bugie, coltelli e minacce: Adebayor torna col suo Togo... da svincolato

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C’è chi dice che tutto sia saltato per colpa di un whisky. Altri assicurano invece che la colpa sia di una sigaretta. La sua verità, invece, parla di una rinuncia che non avrebbe mai potuto accettare. Contratto pronto, penna già posata sul tavolo. Adebayor e il Lione, una storia che può cominciare. ‘Ti diamo una possibilità Emmanuel, però niente Coppa d’Africa. La voce di Genesio è forte e chiara. Quella di Adebayor anche. ‘No, grazie’. Il resto è leggenda.

Il passato è ormai alle spalle, il presente dice Togo. Il primo e unico amore della sua carriera. Trentatrè anni tra poco più di un mese. Svincolato da giugno dopo la fine dell’esperienza al Crystal Palace. Di smettere Adebayor non ne ha voglia, anzi. Continua a stupire e a far ricredere tutti coloro che vorrebbero la sua resa. Un esempio? Non bisogna andare poi così indietro. Basta tornare a ieri pomeriggio, al match tra Costa d’Avorio e Togo. Aurier, Kessié, Kalou e Bony da un lato. Capitan Adebayor e i suoi ‘Sparvieri’ dall’altro. Risultato? Un pari senza reti che non rende onore ai togolesi, andati vicini al vantaggio grazie al proprio campione, tirato a lucido per l’occasione e capace di impreziosire la sua prova con un assist di tacco e un tiro al volo da 40 metri che avrebbe meritato miglior sorte.

Segni di cedimento? Nessuno. Voglia di spaccare il mondo? Nemmeno a parlarne. Del resto, quando Adebayor indossa la maglia della propria Nazione, non sembra avvertire il peso dell’età. Eppure nel corso dei suoi quasi 33 anni, l’ex attaccante di Arsenal e Real ne ha passate davvero tante. “Un giorno, quando ero al Monaco, vennero a trovarmi i miei due fratelli chiedendomi un sacco di soldi. Gli dissi che avrebbero dovuto aspettare il mio prossimo stipendio ma un giorno, dopo aver fatto un pisolino, mi svegliai con un coltello puntato alla gola: “Ammazzatemi e prendetevi i soldi”, gli dissi. Misero giù il coltello e Dio solo sa quanti soldi gli diedi”.

Un rapporto burrascoso non solo con i fratelli, ma anche con la madre, allontanatasi da Emmanuel nonostante tutti i suoi aiuti. Oggi, Adebayor continua a lottare come un leone. Nella vita come sul campo. E non c’è tempo per dare peso alle critiche, alla fine quelle non mancano mai. “Molta gente mi rinfaccia di non essere mai andato a scuola, ma dimentica che non potevo permettermelo. Non ho mai incolpato i miei genitori per questo. Grazie a Dio, ad ogni modo, oggi sono in grado di parlare tre lingue e posso permettermi di mandare mia figlia a scuola. Ne vado fiero: alla fine conta quello che sei, quello che la vita ti insegna e quello che tu impari da essa”.

La lezione della vita Adebayor l’ha imparata bene. Adesso continua a fare quello che gli piace di più. Il Togo non può fare a meno di lui, lui non può fare a meno del calcio. E chi se ne importa di un contratto. Alla fine, è più bello così!



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