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Data: 12/10/2017 -

Chevanton, Giacomazzi ed il loro Uruguay: “Bravo Tabarez. Con Valverde e Bentancur tanta qualità ed un gran futuro”

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La scorsa notte, dall’altra parte del mondo, le nazionali sudamericane sono scese in campo per conquistare un posto ai Mondiali in Russia. E’ stata la notte di Messi e del risveglio dell’Argentina, di Falcao e della sua Colombia in campo contro il Perù. In punta di piedi, però, la scorsa notte ha esultato anche Washington Tabarez con il suo “nuovo” Uruguay. Nuovo, sì, perché qualcosa nella Celeste “è cambiato”. Dopo quasi 30 anni di attesa, la qualificazione ai Mondiali non dovrà passare per lo scoglio-spareggi.

Un risultato importante e, forse, inaspettato per molti. Ma non per Javier Chevanton e Guillermo Giacomazzi che, sebbene abbiano deciso di stabilirsi a Lecce mettendo su famiglia, sono rimasti legatissimi alla loro nazione e… Nazionale. “Continuo a sentirmi spesso con Cavani, stamattina gli ho scritto un sms, congratulandomi per la qualificazione” - racconta Cheva ai microfoni di gianlucadimarzio.com. “Io, invece, ho buoni rapporti con Vecino, che ho seguito anche dal vivo, e soprattuto con Godin, il capitano - fa Giacomazzi -. Mi ha promesso la sua maglia dell’Atletico, la devo regalare a mio figlio…”. Il difensore dei colchoneros, insieme a Suarez e Cavani, è uno dei punti fermi nella formazione di Tabarez, capace di dare quest'anno un’impronta del tutto nuova alla sua squadra: “L’Uruguay, per quella che è la cultura calcistica del nostro Paese, ha sempre proposto un gioco verticale, basato sulla solidità difensiva e sulla velocità degli esterni nelle ripartenze - spiega Giacomazzi -. Per anni, abbiamo fatto del contropiede il nostro punto di forza, cercando di difenderci al meglio, per poi provare a contrattaccare sulle fasce, con le ali pronte a servire le due punte di spessore”.

Da Arevalo Rios all’ex Bologna Diego Perez, fino ad Alvaro Gonzalez, in mezzo al campo con la Celeste sono sempre serviti muscoli e polmoni. Invece, contro la Bolivia, qualche ora fa, Tabarez ha schierato, nella mediana a 3, Bentancur, Vecino e Valverde: talento, doti tecniche e intelligenza tattica. “Giocare a centrocampo con quei tre ci garantisce tanta qualità, ma i ragazzi devono essere bravi a non perdere quello spirito di sacrificio che ci ha sempre contraddistinto”, commenta Chevanton. “ll calcio bello e propositivo che si è visto nelle ultime partite - aggiunge Giacomazzi - è quello che preferisco: il ct, contando su tanti giocatori forti tecnicamente, potrà proporre ai ragazzi nuove soluzioni per arrivare in porta. Suarez e Cavani ne beneficeranno molto, però ciò che conta quando si vuole fare un bel gioco sono le idee del collettivo”. “Questo Uruguay - soprattutto - è più squadra degli altri anni”, concordano Guillermo e Javier. Un vantaggio che porterà a risultanti importanti anche in Russia? “È presto per fare delle previsioni - dice l’ex attaccante di Monaco e Siviglia -. I giocatori entrati da poco nel giro della Nazionale stanno facendo bene, ma bisogna vedere come arriveranno a giugno: molto dipenderà dagli avversari che incontreremo e dalla condizione dei 23 convocati”.

A proposito di giovani, il centrocampo della Celeste, da un paio d’anni affidato all’interista Matias Vecino, può contare su due profili interessanti come quelli di Valverde e Bentancur. Il primo è di proprietà del Real Madrid e, in prestito al Deportivo, troverà continuità nel corso di questa stagione. Il secondo, nell’ultimo mese, ha stupito tutti con la maglia della Juventus, complici i tanti indisponibili in mezzo al campo nella rosa di Allegri. “Federico crescerà tanto, già a giugno potrà fare la differenza con la maglia della Nazionale. Bentancur, invece, quando gioca fa bene. Magari, quando rientreranno dall’infortunio gli altri centrocampisti della Juventus troverà meno spazio ma, fossi in lui, la vedrei come un'occasione per imparare continuare a crescere ancora: è un giocatore di grande prospettiva”, sottolinea Chevanton. Giacomazzi è d’accordo: “I bianconeri sono fortissimi e Rodrigo ha avuto un impatto impressionante, e non per modo di dire. La maglia della Juve pesa tanto. Lui, inoltre, veniva dall’Argentina, un paese dove si predilige un calcio offensivo e, di conseguenza, spesso disordinato: ha dimostrato di avere personalità, corre e rincorre gli avversari”. Anche a livello caratteriale, le due baby stelle di Tabarez sono sulla buona strada: “Dimostrano tantissima umiltà e agonismo, nonostante abbiano appena 19 e 20 anni!”, aggiunge l’ex capitano del Lecce.

Dopo aver dato uno sguardo al presente e al futuro della Celeste, le due ex bandiere giallorosse ricordano i loro momenti migliori con la maglia della Nazionale. “Ai miei tempi, le cose non andavano alla grande: penso alle sconfitte in Copa America. Fu un brutto momento. E’ impossibile, però, dimenticare le emozioni per la qualificazione ai Mondiali”, ricorda Giacomazzi. Passando dal centrocampo all’attacco, i ricordi di Chevanton, invece, non possono che essere legati ai suoi gol più spettacolari: “Non ne ho fatti tantissimi, ma quasi tutti belli: dalla punizione contro il Paraguay fuori casa fino a quello contro il Cile, che gioie! Per me, tuttavia, già indossare la maglia della Celeste ad appena 18 anni fu un traguardo straordinario”.



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